Un reticolo di centri scommesse irregolari, controlli serrati in dieci province e un esito che fotografa l’ampiezza del fenomeno: si è conclusa venerdì 17 ottobre un’operazione “ad alto impatto investigativo” contro il gioco illegale che ha passato al setaccio punti fisici di raccolta in tutta Italia. Gli accertamenti hanno interessato le province di Roma, Milano, Napoli, Palermo, Caserta, Latina, Varese, Venezia, Verona e Brindisi.
L’operazione – L’attività è stata coordinata dal Nucleo Centrale della polizia dei giochi e delle scommesse dello Sco, in stretta sinergia con l’Ufficio Controlli della Direzione Giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Sul territorio sono intervenuti gli specialisti operanti presso le Squadre Mobili e le Sisco competenti, le articolazioni della polizia amministrativa e sociale delle Questure e le strutture territoriali dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, con focus sulla gestione delle scommesse sportive nei punti della rete fisica.
I numeri – Verifiche in 35 sale scommesse e su oltre 300 persone controllate, 108 delle quali con precedenti; due denunciati in stato di libertà per reati connessi all’esercizio irregolare dell’attività di raccolta. Accertate più di 30 violazioni amministrative che porteranno a sanzioni per somme complessive superiori a 500mila euro.
Antiriciclaggio – I controlli hanno fatto emergere violazioni della normativa antiriciclaggio tramite l’uso di “giocate frazionate”, stratagemma impiegato per eludere l’obbligo di identificazione dei giocatori al momento della riscossione delle vincite oltre soglia. Una pratica che, soprattutto nelle aree a più alta incidenza criminale, può favorire consorterie anche di tipo mafioso nel “ripulire” denaro illecito reinvestendolo nei sistemi di gioco in rete per conseguire vincite ingenti. IN ALTO IL VIDEO