Da Giano Vetusto a Tortorella: OpenStreetMap alla scoperta dei borghi nascosti della Campania

di Redazione

Non a caso i latini la chiamavano “felix”. Ma la Campania non è solo la regione del buon clima e dell’ottimo cibo. Tra mare, vulcani e colline, la Campania custodisce importanti tradizioni popolari, costruite e ricostruite nei secoli, che ancora risuonano in piccoli borghi dalla forte identità locale. Qui – dove storia, cultura e gusto si intrecciano – le comunità locali danno vita ad un patrimonio artistico unico al mondo. I volontari di OpenStreetMap (Osm), “la Wikipedia delle mappe”, hanno voluto valorizzare questa peculiarità e hanno portato avanti la mappatura di quattro paesini campani tra i 700 e 1.000 abitanti: Tufo, San Lupo, Giano Vetusto e Tortorella.

Dallo scorso aprile i volontari di OpenStreetMap promuovono iniziative per arricchire e rendere più complete le mappe digitali, l’ultima delle quali è stata dedicata alla mappatura di 30 piccoli centri italiani, con una popolazione compresa tra i 700 e 1.000 abitanti, distribuiti su 25 province di 10 regioni. La comunità ha aggiornato la cartografia libera e aggiunto oltre 39mila dettagli utili, di cui 22.600 edifici, di borghi e paesi che spesso non trovano spazio nelle mappe commerciali.

Strade, piazze, aree verdi e punti di interesse: le informazioni raccolte sono ora disponibili e accessibili a cittadini, turisti, enti locali, associazioni e servizi di emergenza. Tufo, San Lupo, Giano Vetusto e Tortorella sono così rappresentati con maggiore dettaglio e diventano parte di uno strumento aperto a tutti, gratuito e consultabile liberamente. Oltre a rendere più accessibili questi luoghi, l’iniziativa mira a valorizzare l’intrinseca frammentazione del nostro territorio e diffondere il patrimonio diffuso dell’Italia “minore”.

OpenStreetMap è una mappa libera e collaborativa usata in tutto il mondo da app e servizi digitali. In Italia, è supportata da Wikimedia Italia, il capitolo nazionale della Wikimedia Foundation Inc. che gestisce questo e altri progetti di conoscenza libera, tra cui Wikipedia. Grazie all’instancabile lavoro dei volontari, vengono raccolti e condivisi online dati geospaziali aperti, riutilizzabili da tutti per qualsiasi scopo: dagli sviluppatori di app alla pubblica amministrazione, fino ai servizi di pronto soccorso. Le mappe di OpenStreetMap sono infatti alla base di numerose app di navigazioni e siti georeferenziati, nonché in uso presso molte centrali di emergenza. “Da anni cerchiamo di dare la giusta risonanza a tutta l’Italia, dai grandi centri urbani ai piccoli borghi. L’Italia è un Paese unico, dal territorio frammentato e dalle mille identità, e crediamo fortemente che ognuna di queste meriti la giusta visibilità”, ha dichiarato Ivan Ruggiero, volontario di OpenStreetMap e tra i principali promotori del progetto.

“Panchine, fontanelle, piccole piazze: dettagli come questi possono sembrare banali ma sono fondamentali per la vita quotidiana dei suoi cittadini e rendono quel luogo unico al mondo. Con questo progetto cerchiamo di sostenere le comunità, di rendere quei luoghi più accessibili e di valorizzare la forte identità locale”, ha concluso Ruggiero.

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