Casal di Principe, “Giovani per la Legalità”: il presidente Oliviero incontra gli studenti del “Carli”

di Redazione

Casal di Principe (Caserta) – In un’aula gremita e attenta, il confronto diretto tra istituzioni e studenti ha trasformato il “Guido Carli” in un laboratorio di cittadinanza: qui la nuova legge regionale “I giovani per la legalità” è stata presentata come strumento concreto per convertire beni sottratti ai clan in opportunità educative e sociali.

L’incontro – Questa mattina, all’istituto tecnico statale di Casal di Principe, il presidente del Consiglio Regionale della Campania, Gennaro Oliviero, ha illustrato contenuti e implicazioni della legge «I giovani per la legalità. Modifiche alla legge regionale numero 7 del 16 aprile 2012 (Nuovi interventi per la valorizzazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata)», approvata il 28 maggio 2025. A fare gli onori di casa la dirigente scolastica Tommasina Paolella. Ha moderato Nicola Griffo.

Le voci del dibattito – Sono intervenuti la professoressa Annarita Garofalo, referente del progetto “Ragazzi in Aula”; l’avvocato Ivana del Monaco (Foro di Santa Maria Capua Vetere); Augusto Di Meo, amico e testimone oculare dell’assassinio di don Peppe Diana. Nel parterre, i rappresentanti del Comando Stazione dei Carabinieri e della Polizia di Stato di Casal di Principe, insieme al parroco don Vincenzo Garofalo. Hanno preso parte alla cerimonia la consigliera comunale di Casapesenna Rosalba Donciglio, la consigliera comunale di Casal di Principe Lia Caterino e il consigliere provinciale Luca Coronella.

La legge e gli obiettivi – Oliviero ha chiarito che non si tratta di un ritocco formale, ma di un cambio di passo orientato alla rigenerazione sociale e culturale. La riforma amplia gli usi dei beni confiscati e assegna alle nuove generazioni un ruolo propulsivo attraverso percorsi formativi, sociali e culturali: patrimonio sottratto alla criminalità che diventa risorsa di comunità. «Con questa legge introduciamo strumenti concreti per valorizzare i beni sequestrati e confiscati, per aprirli all’uso sociale, allo sviluppo educativo, alla promozione di attività che coinvolgano i giovani – specie quelli in condizioni di fragilità – in processi di crescita, responsabilità e radicamento di legalità», ha detto il presidente. «È nostra responsabilità far diventare ogni bene confiscato motore di futuro». E ancora: «Oggi piantiamo un seme: sarà compito delle istituzioni, delle scuole, delle comunità, di voi ragazzi coltivarlo insieme, con impegno e coesione».

Il messaggio agli studenti – L’orizzonte indicato è quello di una cittadinanza attiva: scuole, amministrazioni e terzo settore chiamati a fare rete per trasformare i luoghi della confisca in centri di formazione, lavoro, cultura. Dal “Guido Carli”, un segnale: la legalità si apprende, si pratica, si rende contagiosa.

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