Aversa (Caserta) – Ricomincia, a pieno ritmo, la nuova stagione cinematografica del Cinema “Vittoria” di Aversa. La storica sala cittadina, condotta con pura passione cinefila dai proprietari nonché direttori artistici Ermanno e Victor Russo, riparte alla grandissima con un appuntamento atteso dagli appassionati (e non) della Settima Arte.
Al via, quindi, da lunedì 29 settembre la dodicesima edizione della rassegna “I classici ritrovati”, un cartellone che offre un’occasione unica per riassaporare su grande schermo capolavori in celluloide restituiti al loro autentico splendore grazie al lavoro di restauro in 4K fornito dalla Cineteca di Bologna. Il primo titolo in programma è “Match Point” (2005) di Woody Allen, che esplora con toni drammatici ma lievi una calamitante vicenda di amori e tradimenti con annesso delitto nella quale il caso gioca un ruolo di fondamentale importanza. Un Allen atipico, che plasma con duttilità la performance della musa del tempo, Scarlett Johansson, capace di raggiungere picchi di intensità espressiva tra i più alti della sua carriera.
Lunedì 6 ottobre tocca al thriller “L’occhio che uccide” (1960) di Mike Powell introdurci nell’universo complesso, multiforme e “metacinematografico” di un cosiddetto “guardone” (il “Peeping Tom” del titolo originale), ossessionato dall’osservare, in particolare, le conseguenze comportamentali scaturite dalle violenze subite durante l’infanzia dalle sue vittime. Un lungometraggio di forte impatto visivo, sicuramente all’avanguardia rispetto agli anni della sua distribuzione, ancora in grado di attrarre lo spettatore con tematiche sconvolgenti e ritmi serrati.
Il classico dei classici “Arancia Meccanica” (1971) diretto dal geniaccio Stanley Kubrick, finalmente, ritorna in sala lunedì 13 ottobre. Basata sull’omonimo romanzo scritto da Anthony Burgess nel 1962, la pellicola con stile attualissimo, a metà tra il sociologico e il politico, prefigura una società animata da una violenza giovanile, certamente esasperata, che subisce, altresì, un calcolato condizionamento del pensiero. Il protagonista, un emergente Malcolm McDowell, incarna alla perfezione la figura dell’antieroe eccentrico, colto, antisociale, che ha, senza dubbio, esercitato epocale influenza sull’immaginario collettivo globale.
“Lo Squalo” (1975) in programma lunedì 20 ottobre chiude la rassegna. Un lungometraggio, ormai, appartenente al mito, che non ha, di certo, bisogno di presentazioni particolari, se non ricordare che è tratto dall’omonimo libro di Peter Benchley, diretto con sapiente mano da un semi esordiente ma già padrone del mestiere Steven Spielberg, interpretato alla perfezione dal biologo marino Roy Scheider, affiancato, nell’impresa titanica di cacciare un pericolosissimo squalo che terrorizza i villeggianti dell’amena isola di vacanza Amity, dall’oceanografo Richard Dreyfuss.
Non cambiano il costo dell’abbonamento di 15 euro, pur se è possibile assistere al singolo spettacolo pagando il nomale biglietto d’ingresso, e le introduzioni alla visione, negli spettacoli serali, degli esperti di cinema Rosario Gallone e Diego Del Pozzo.