La tensione in Europa Orientale sfiora un nuovo punto di rottura. La Polonia ha annunciato il dispiegamento di circa 40mila militari lungo il confine con Bielorussia e Russia in risposta alle esercitazioni Zapad 2025 organizzate da Mosca e Minsk, che si terranno dal 12 al 16 settembre in territorio bielorusso. Lo ha comunicato il viceministro della Difesa polacco Cezary Tomczyk, precisando che il confine sarà chiuso dalla mezzanotte per l’intera durata delle manovre militari.
“La Polonia si sta preparando per le manovre Zapad 2025 da molti mesi”, ha dichiarato Tomczyk all’emittente Polsat News. “L’esercito polacco ha già condotto esercitazioni con oltre 30mila soldati, inclusi militari Nato, per assicurare una risposta adeguata”. Il rafforzamento della presenza militare è arrivato a poche ore dall’intrusione di droni russi che, secondo le autorità polacche, hanno violato lo spazio aereo nazionale con almeno 20 velivoli senza pilota. In risposta, Varsavia ha limitato il traffico aereo lungo i confini orientali fino all’inizio di dicembre, misura definita “necessaria per garantire la sicurezza nazionale”.
Diplomazia e deterrenza – Il premier Donald Tusk ha annunciato l’intenzione di invocare l’articolo 4 del Trattato Nato, che prevede consultazioni tra i membri dell’Alleanza quando uno di essi ritiene minacciata la propria integrità territoriale o sicurezza. Nel frattempo, il ministero degli Esteri polacco ha chiesto una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulla base della presunta intrusione aerea russa.
Risposte Nato – Da Berlino è arrivato l’annuncio di un rafforzamento dell’impegno tedesco ai confini orientali della Nato, in particolare tramite l’estensione dell’Air Policing sulla Polonia. Il portavoce del governo federale Stefan Kornelius ha confermato l’intenzione di intensificare il sostegno all’Ucraina e lavorare per l’adozione di un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Sulla stessa linea anche Londra. Il premier britannico Keir Starmer ha avuto due telefonate con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Friedrich Merz, ribadendo “la condanna unanime alla scioccante violazione” e la disponibilità del Regno Unito a “sostenere ulteriori schieramenti Nato sul fronte orientale”.
Zelensky: “Mosca testa le reazioni” – A Kiev, nel corso della conferenza stampa congiunta con il presidente finlandese Alexander Stubb, Volodymyr Zelensky ha accusato Mosca di aver deliberatamente violato lo spazio aereo polacco “per testare la prontezza dei partner dell’Ucraina”. Secondo il presidente ucraino, l’azione potrebbe anche essere stata pensata per dissuadere l’Occidente dal trasferire sistemi di difesa aerea a Kiev in vista dell’inverno.
La reazione di Mosca – Il Cremlino ha liquidato le mosse di Varsavia come “retorica”, per bocca del portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov: “Non c’è nulla di nuovo. Questa retorica è diventata abituale in quasi tutte le capitali europee. Vediamo che continua”.
Pechino invita al dialogo – Nel frattempo, la Cina ha invitato alla de-escalation. Il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian ha espresso l’auspicio che “tutte le parti risolvano le dispute attraverso il dialogo e le consultazioni”. La missione diplomatica europea del capo della diplomazia cinese Wang Yi – che toccherà Austria, Slovenia e Polonia – appare ora ancora più delicata.
Mattarella: no a “imprudenze” come nel 1914 – Sergio Mattarella, intervenendo sul rischio di escalation, ha richiamato quanto accadde nel 1914, inizio della Prima Guerra Mondiale: “L’imprudenza dei comportamenti provoca conseguenze anche se non sono scientemente volute”. Parole condivise dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano: “Sì, siamo sull’orlo di un baratro. C’è una reale escalation. Siamo in un momento di grande pericolo”.