Avevano trasformato una società fantasma in una macchina per produrre garanzie bancarie fasulle destinate a imprese che partecipavano a gare pubbliche in tutta Italia. Al vertice del presunto sistema truffaldino, secondo gli inquirenti, c’erano padre e figlio, entrambi residenti a Mugnano di Napoli, arrestati dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura di Roma.
Una società fantasma e 15 satelliti – Le indagini, condotte dal terzo Nucleo Operativo Metropolitano delle Fiamme Gialle con il supporto dei comandi provinciali di Napoli e Caserta, hanno svelato l’esistenza di un’organizzazione ben strutturata, operante attraverso una sedicente “società di mutuo soccorso” e altre 15 società satellite. Nessuna di queste, però, era autorizzata dalla Banca d’Italia a emettere fideiussioni. Ciò nonostante, venivano offerte a imprenditori del settore edile garanzie a prezzi stracciati, pari a poche migliaia di euro, a fronte di polizze che avrebbero dovuto valere decine di migliaia di euro. Il tutto con documenti che riportavano persino falsi loghi ministeriali.
Il meccanismo della truffa – La dinamica era tanto semplice quanto devastante: le imprese aggiudicatarie di appalti pubblici, obbligate per legge a presentare fideiussioni pari al 5% del valore della commessa, si rivolgevano a questa società che, in cambio di circa 4mila euro, forniva documentazione apparentemente in regola. Ma al momento delle verifiche da parte degli enti appaltanti, le polizze risultavano inesistenti. L’effetto diretto era la perdita della gara per gli imprenditori coinvolti e un danno economico rilevante per la pubblica amministrazione.
Numeri e misure cautelari – Sono oltre 50 gli episodi di truffa accertati, per un valore complessivo di fideiussioni false superiore ai 25 milioni di euro. Gli introiti illeciti ottenuti dal sodalizio criminale sono stati stimati in oltre 2,8 milioni di euro, già sequestrati dalle Fiamme Gialle insieme a contanti, computer, un’Audi e una Bmw. Complessivamente sono dieci le persone indagate. Oltre ai due arrestati – uno finito in carcere e l’altro ai domiciliari – altri due soggetti residenti a Villa di Briano (Caserta) sono stati raggiunti dalla misura dell’obbligo di firma. Sei, invece, risultano indagati a piede libero: si tratta di due residenti nella provincia di Caserta e quattro professionisti di Roma e dintorni, dove la società aveva la sede legale.
L’origine dell’indagine – A far scattare l’inchiesta è stata una denuncia presentata dai funzionari del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, insospettiti da alcune anomalie nelle polizze presentate da aziende partecipanti a gare pubbliche. La procura di Roma ha coordinato l’attività investigativa che ha portato alla luce un’associazione per delinquere finalizzata alla produzione e diffusione di documentazione falsa per trarre in inganno enti locali e società a partecipazione pubblica.