Dazi, nuovo patto Ue-Usa: da Bruxelles maxi acquisti di gas e chip, ma niente accordo su vino

di Redazione

Colpo duro per l’export vinicolo italiano nel nuovo accordo commerciale tra Unione Europea e Stati Uniti, che prevede un’aliquota tariffaria unica fino al 15% per la maggior parte delle esportazioni europee, inclusi settori chiave come auto, farmaci, semiconduttori e legname. A firmare l’intesa politica, il 27 luglio scorso, sono stati la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente statunitense Donald Trump. La dichiarazione congiunta è stata ufficializzata oggi da Bruxelles.

L’intesa commerciale – acquisti per 750 miliardi di dollari – L’accordo prevede che l’Unione Europea acquisti dagli Stati Uniti gas naturale liquefatto, petrolio e prodotti legati all’energia nucleare per un valore complessivo di 750 miliardi di dollari entro il 2028. A questi si aggiunge un impegno di almeno 40 miliardi di dollari per l’acquisto di chip per l’intelligenza artificiale, destinati ai centri di calcolo europei.

Settori esclusi e norme digitali fuori dal tavolo – Il commissario europeo al Commercio Maroš Šefčovič ha chiarito che “abbiamo tenuto fuori dai negoziati commerciali le questioni Digital Market Act e Digital Service Act, concentrandoci su ciò che era chiaramente la priorità”. Nessuna intesa è stata trovata, per ora, su acciaio, alluminio, vino, alcolici e birra: “Ma le porte non sono chiuse per sempre”, ha puntualizzato Šefčovič in conferenza stampa. Tuttavia, ha aggiunto: “I dazi su vino, alcolici e birra erano uno degli interessi più importanti dell’Unione Europea. Purtroppo, non siamo riusciti a ottenere questo settore tra quelli che continuerebbero a essere a livello Npf”, ovvero con il trattamento della “nazione più favorita”.

Vino italiano penalizzato, l’allarme dell’Unione italiana vini – Il settore vitivinicolo italiano è tra i più colpiti dalla mancata esclusione dal nuovo regime tariffario. “Per il vino si conferma il nuovo regime di dazi al 15%: si tratta di una stangata per il settore più esposto tra le top 10 categorie italiane di prodotti destinati agli Stati Uniti, con un’incidenza al 24% sul totale export globale e un controvalore di circa 2 miliardi di euro l’anno”, ha dichiarato il presidente di Unione italiana vini Lamberto Frescobaldi. Secondo l’Osservatorio Uiv, il danno stimato per le imprese è di circa 317 milioni di euro cumulati nei prossimi 12 mesi, mentre per i partner commerciali americani la perdita stimata arriva a sfiorare 1,7 miliardi di dollari. In caso di persistenza dell’attuale svalutazione del dollaro, il danno per le imprese italiane potrebbe salire fino a 460 milioni di euro.

Von der Leyen: “Stabilità e sicurezza per l’Europa” – A difendere l’accordo è stata Ursula von der Leyen, che ha sottolineato i benefici sistemici dell’intesa: “Prevedibilità per le nostre aziende e per i nostri consumatori. Stabilità nella più grande partnership commerciale del mondo. E sicurezza per i posti di lavoro e la crescita economica in Europa nel lungo termine. Questo accordo commerciale tra Ue e Usa apporta benefici ai nostri cittadini e alle nostre aziende e rafforza le relazioni transatlantiche”.

Prossime sfide sul tavolo – L’intesa, pur ampia, lascia aperti alcuni nodi. Le trattative su settori ancora scoperti, come l’agroalimentare, restano in fase di stallo. Intanto, la Commissione europea assicura che l’autonomia normativa dell’Ue resterà intoccabile: “Ci saranno molte questioni che saranno discusse, ma per essere molto chiari: l’autonomia normativa è assolutamente importante, e questa è stata la nostra posizione dall’inizio alla fine di questa dichiarazione congiunta”, ha ribadito Šefčovič.

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