Eleonora muore a 29 anni nell’incendio di casa: salvo il padre. Ipotesi “accumulo seriale”

di Redazione

Un’abitazione invasa dal fuoco, un tentativo disperato di salvataggio e una giovane vita spezzata. È morta nella notte tra domenica 17 e lunedì 18 agosto Eleonora Magnarello, 29 anni, rimasta gravemente intossicata dai fumi sprigionati durante un incendio divampato nel suo appartamento al secondo piano di una palazzina in viale Cadore 53, a Rivalta, alle porte di Torino.

Un’esplosione improvvisa, poi il rogo in pochi minuti – Le fiamme sono scoppiate intorno alle ore 21.30 e si sarebbero propagate rapidamente partendo dalla cucina dell’alloggio in cui Eleonora viveva con il padre Giancarlo, 67 anni. L’uomo, che in quel momento si trovava in cucina, sarebbe riuscito a mettersi in salvo rifugiandosi nell’androne delle scale. Diverso, invece, il destino della figlia, rimasta intrappolata nella camera da letto mentre il fuoco divorava anche la mansarda. Il primo ad accorrere è stato un vigilante fuori servizio, residente poco distante, che si stava recando al lavoro. È riuscito a portare fuori l’uomo, ma non è riuscito a raggiungere la ragazza, bloccata dalle fiamme. I Vigili del fuoco, giunti con squadre da Torino e dal distaccamento volontari di Alpignano, hanno proseguito le operazioni di salvataggio ed estratto la giovane in condizioni disperate.

I soccorsi – Il personale sanitario ha trasportato Eleonora in elicottero all’ospedale CTO di Torino in codice rosso. La ragazza è arrivata in arresto cardiaco e, nonostante i tentativi di rianimazione, è deceduta poco dopo. Il padre è stato invece accompagnato in ambulanza all’ospedale di Rivoli, dove è ricoverato in osservazione per intossicazione da fumo. Le sue condizioni sono in fase di accertamento.

Ipotesi corto circuito e l’ombra dell’accumulo seriale – Le cause del rogo restano da chiarire, ma secondo una prima ipotesi l’incendio potrebbe essere stato innescato da una fiammata nella cucina. Al momento, l’intero alloggio e la mansarda sono stati posti sotto sequestro, in attesa degli accertamenti tecnici che dovranno stabilire l’origine esatta delle fiamme. Secondo quanto emerso, padre e figlia avrebbero sofferto di un grave disturbo da accumulo compulsivo, o disposofobia: una patologia che porta ad accatastare oggetti senza alcun criterio, fino a rendere le abitazioni invivibili e potenzialmente pericolose. Le indagini dovranno chiarire se la presenza di grandi quantità di materiale infiammabile abbia contribuito a rendere l’incendio più violento e a ostacolare le vie di fuga.

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