Una bara bianca, una folla commossa, volti segnati dal dolore e dalla rabbia. Nella chiesa del Santissimo Rosario di via Traccia Poggioreale, a Napoli, parenti e amici hanno dato l’ultimo saluto a Luigi Di Sarno, il 52enne morto per intossicazione da botulino dopo aver mangiato un panino con salsiccia e friarielli sul lungomare di Diamante, in Calabria.
Una tragedia che scuote – “Non si può morire nel 2025 per un panino – hanno detto alcuni familiari – perché i medici non hanno capito che i sintomi erano riconducibili proprio all’avvelenamento da botulino?”. Un grido di rabbia che ha attraversato i banchi della chiesa gremita, mentre si celebra un dramma che ha già spezzato due vite.
Due vittime accertate – Oltre a Di Sarno, anche Tamara D’Acunto, 45 anni, originaria della Calabria, è deceduta nei giorni scorsi per lo stesso motivo. Le autopsie hanno confermato che entrambi sono rimasti vittime del focolaio di botulino legato al consumo di alimenti provenienti da un food truck.
Dieci indagati, tra sanitari e produttori – L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Paola, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di dieci persone. Tra loro figurano l’ambulante che ha venduto i panini, tre responsabili delle ditte produttrici dei prodotti alimentari incriminati e sei medici in servizio nelle strutture sanitarie del Cosentino che hanno avuto in cura le due vittime prima del decesso. I reati ipotizzati sono, a vario titolo, omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive.
“Un artista, uno spirito libero” – Così amici e familiari hanno voluto ricordare Luigi Di Sarno, descritto come una persona creativa, solare, amata da chi gli era accanto. Un dolore profondo che si mescola alla richiesta di verità, mentre le indagini proseguono per fare piena luce su quanto accaduto.