Nel pieno delle trattative per un cessate il fuoco a Gaza, i ministri del governo israeliano alzano il tono e ribadiscono con forza le loro posizioni più radicali. Il ministro degli Esteri Gideon Saar ha affermato che la creazione di uno Stato palestinese “non si verificherà”, mentre il collega di ultradestra Bezalel Smotrich ha rilanciato il piano per un Grande Israele che si estenda “dal Mediterraneo alla Valle del Giordano”, includendo l’annessione di Gaza e Cisgiordania qualora Hamas non accetti un accordo.
Verso l’annessione di Gaza? – Secondo fonti dei media israeliani, il primo ministro Benyamin Netanyahu sarebbe pronto a presentare al gabinetto politico-di sicurezza un piano per annettere alcune aree della Striscia di Gaza. Una mossa strategica, motivata dal tentativo di mantenere l’equilibrio nella coalizione di governo sotto la pressione dei ministri ultranazionalisti Smotrich e Itamar Ben-Gvir. Il piano prevede un ultimatum ad Hamas: se non verrà accettato un cessate il fuoco nei tempi stabiliti, Israele procederà con l’annessione.
Olanda: Ben-Gvir e Smotrich “indesiderati” in Europa – Mentre la diplomazia internazionale tenta di raffreddare la crisi, i Paesi Bassi hanno adottato una misura senza precedenti, dichiarando Ben-Gvir e Smotrich “personae non gratae”. Il ministro degli Esteri olandese Caspar Veldkamp ha annunciato che i due saranno registrati come “stranieri indesiderati” nel sistema Schengen, motivando la decisione con le “ripetute incitazioni alla violenza dei coloni, il sostegno agli insediamenti illegali e le dichiarazioni a favore della pulizia etnica a Gaza”.
Le chiese: “Schema di violenza dei coloni” – Le tensioni si riflettono anche in Cisgiordania. I Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme hanno espresso “profonda preoccupazione” per l’ennesimo attacco alla comunità cristiana di Taybeh. In un comunicato, denunciano un “allarmante schema di violenza dei coloni contro le comunità locali”, contestando le versioni ufficiali della polizia israeliana che minimizzano gli episodi riducendoli a meri danni materiali.
Gaza sotto le bombe, la strage continua – Intanto, la situazione umanitaria nella Striscia continua a peggiorare. Fonti mediche locali parlano di almeno 62 vittime soltanto questa mattina in seguito ai bombardamenti israeliani. Tra queste, 19 persone sarebbero state colpite mentre attendevano la distribuzione degli aiuti nei pressi del corridoio di Netzarim, zona sotto controllo israeliano. Almeno 30 civili, tra cui donne e bambini, sono invece rimasti uccisi durante i raid notturni nel campo profughi di Nuseirat. Secondo il ministero della Salute di Gaza, dal 7 ottobre 2023 a oggi le vittime palestinesi ammontano a 59.921, con oltre 145mila feriti.
Berlino e Amman lanciano il ponte aereo umanitario – Di fronte alla crisi umanitaria, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha annunciato che due aerei tedeschi lanceranno aiuti su Gaza a partire da mercoledì. “Un segnale piccolo ma importante”, ha dichiarato, sottolineando l’avvio di una collaborazione con la Giordania per l’attivazione di un ponte aereo. Inoltre, ha proposto una missione diplomatica congiunta dei ministri degli Esteri di Germania, Francia e Gran Bretagna, in programma giovedì prossimo a Tel Aviv.
Trump: “Stiamo lavorando per sistemare le cose” – Dalla Scozia, dove ha inaugurato un campo da golf nel suo resort di Balmedie, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato: “Stiamo lavorando insieme per cercare di sistemare le cose a Gaza”, rispondendo a una domanda su un possibile intervento con Netanyahu per sbloccare la crisi degli aiuti umanitari.
Washington contro la conferenza Onu sulla Palestina – Intanto, la portavoce del Dipartimento di Stato Tammy Bruce ha duramente criticato la conferenza Onu sulla Palestina, definendola “una trovata pubblicitaria che rafforza Hamas”. Ha inoltre attaccato il presidente francese Emmanuel Macron per il riconoscimento dello Stato palestinese, ritenendolo “controproducente” e dannoso per i negoziati in corso.