Denisa, ritrovato il corpo. Confessa la guardia giurata: “L’ho uccisa perché mi ricattava”

di Redazione

Una confessione dettagliata e agghiacciante ha chiuso il cerchio sulla scomparsa di Maria Denisa Paun, conosciuta come Adas, la 30enne romena il cui corpo senza testa è stato ritrovato mercoledì 4 giugno, nascosto tra i rovi vicino a un casolare abbandonato in località Panteraie, a Montecatini Terme. Ad ucciderla, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe stato Vasile Frumuzache, 32enne connazionale della vittima, guardia giurata, sposato e padre di due figli, residente a Monsummano Terme.

L’uomo, fermato con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere, ha ammesso ogni dettaglio dell’atroce delitto davanti al procuratore capo di Prato, Luca Tescaroli. «Mi ricattava, per questo l’ho uccisa» ha detto durante l’interrogatorio, aggiungendo che Denisa gli avrebbe chiesto 10mila euro in cambio del silenzio sulla loro relazione extraconiugale.

Secondo quanto emerso, i due si erano conosciuti tramite un’app di incontri. Frumuzache si era presentato la sera del 15 maggio al residence Ferrucci di via omonima, dove la giovane riceveva i clienti. Le telecamere di sorveglianza lo inquadrano alle ore 22.50 mentre entra nella struttura con un borsone nero. Resterà lì per oltre due ore. Poi esce trascinando un trolley bianco: lo stesso con cui Denisa era arrivata da Roma, dove viveva nel quartiere di Tor Pignattara. Dentro quella valigia – conferma la Procura – c’era il suo cadavere.

Frumuzache ha riferito di aver consumato un rapporto sessuale con la donna nella stanza 101 del residence. Subito dopo l’avrebbe strangolata e decapitata con un coltello. Il corpo, racchiuso in un sacco della spazzatura, è stato infilato nella valigia nera della vittima, mentre il trolley bianco è servito per portare via i suoi effetti personali. I resti sono stati poi caricati nella sua auto, una Golf dotata di localizzatore GPS, i cui tracciati sono risultati decisivi per ricostruire l’intero percorso fino alla campagna di Montecatini.

L’orrore non finisce qui. La testa della donna è stata bruciata nel giardino di casa dell’assassino, insieme alla valigia usata per trasportarla. «Quando le ho detto che ero sposato e una guardia giurata, mi ha minacciato dicendo che avrebbe trovato mia moglie e glielo avrebbe detto. Aveva dei contatti, poteva arrivarci,» ha dichiarato Frumuzache ai carabinieri. È stato lui stesso a indicare il punto dove aveva dato fuoco ai resti. In quella zona, gli investigatori hanno trovato tracce compatibili con il racconto, ora al vaglio della scientifica.

L’uomo è attualmente detenuto in attesa della decisione del giudice per le indagini preliminari, che si pronuncerà sulla convalida del fermo entro 48 ore. La Procura di Prato ha diffuso una nota ufficiale per rassicurare l’opinione pubblica, sottolineando l’efficacia dell’azione investigativa e repressiva condotta dai carabinieri.

Nel frattempo, le indagini proseguono per chiarire altri aspetti oscuri della vicenda. In particolare, è stata effettuata una perquisizione a carico di un cittadino italiano, non indagato, che risulta essere stato in contatto con Denisa nella stessa fascia oraria in cui è avvenuto il delitto. La sua presenza nel residence, in parte sovrapposta a quella di Frumuzache, potrebbe aprire nuovi scenari investigativi.

Emergono anche dettagli inquietanti sul passato recente della vittima. Alcune testimonianze riferiscono che Denisa da giorni si sentiva minacciata: «Se vado da lui, mi ammazza», avrebbe confidato a un’amica. Inoltre, risulta indagato un avvocato calabrese di 44 anni, accusato di sequestro di persona in concorso. L’uomo si sarebbe invaghito della donna al punto da contattare la madre, sostenendo che fosse nelle mani di una banda di connazionali. La madre, a sua volta, è indagata per false dichiarazioni, per aver taciuto particolari ritenuti rilevanti.

Il caso ha sconvolto l’opinione pubblica per la brutalità e la freddezza dell’esecuzione. Maria Denisa Paun, che si pubblicizzava online come escort con il nome di Alexandra, aveva parlato per l’ultima volta con la madre alle 23.30 del 15 maggio. Il giorno dopo, non avendo più sue notizie, la donna aveva sporto denuncia. La camera del residence era in disordine, ma senza segni di colluttazione. La Fiat 500 rossa di Denisa era ancora parcheggiata fuori, con all’interno soldi e oggetti personali. Ora resta da chiarire se Vasile Frumuzache abbia agito davvero da solo, come afferma, o se dietro l’omicidio si nascondano complicità e retroscena ancora tutti da svelare. IN ALTO IL VIDEO

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