Trump vestito da Papa: “Recessione? Confido in boom economico”. Braccio di ferro con Nato su fondi Difesa

di Redazione

Una foto virale ha riacceso il dibattito sulla spettacolarizzazione della politica americana: Donald Trump vestito da Papa, completo di mitra, crocifisso e gesto benedicente, ha fatto il giro del mondo. A postarla sono stati direttamente gli account ufficiali della Casa Bianca, a pochi giorni dall’apertura del Conclave che designerà il successore di Papa Francesco. Il fotomontaggio, rilanciato anche dal profilo Truth del presidente, si inserisce nella consueta retorica provocatoria del tycoon, che più volte ha ironizzato sul fatto che, potendo scegliere, “la sua prima opzione sarebbe sé stesso” come Pontefice.

Economia, tra boom promesso e mercati in ripresa – Sul fronte economico, Trump continua a proiettarsi verso il futuro con toni trionfalistici. Intervistato dalla Nbc, ha minimizzato l’eventualità di una recessione, dichiarando: “Tutto può succedere, ma credo che assisteremo al più grande boom economico della storia del nostro Paese”. Un messaggio ottimistico che arriva in parallelo ai segnali positivi da Wall Street: l’indice S&P 500 ha registrato la sua serie positiva più lunga dal 2004, con nove giorni consecutivi di rialzi, spinti dalla riapertura del dialogo commerciale con Pechino e dai dati incoraggianti sull’occupazione. Anche il Dow Jones ha seguito lo stesso trend, recuperando le perdite causate dalla recente guerra dei dazi.

Confini blindati e nuove aree militari – Intanto, sul piano della sicurezza, l’amministrazione americana ha annunciato l’istituzione di una seconda zona militare lungo il confine con il Messico, nel Texas, dove le truppe potranno trattenere temporaneamente migranti o presunti intrusi. Un provvedimento simile era già stato adottato il mese scorso nel New Mexico, con la creazione di una “Area di Difesa Nazionale” di 440 km². La nuova “Texas National Defense Area” si estende per oltre 100 chilometri, da est del confine tra Texas e New Mexico fino a El Paso, in un contesto di crescente militarizzazione della frontiera.

Più fondi alla Difesa, tagli alla Nasa – Nel bozzetto preliminare per il bilancio federale 2026, Trump si prepara a chiedere al Congresso tagli drastici alle agenzie federali e un aumento record delle spese militari. Il budget per la sicurezza nazionale dovrebbe salire a 1.010 miliardi di dollari, con un incremento del 13% rispetto all’anno in corso. In netto contrasto, la Nasa subirebbe una decurtazione del 24%, passando da 24,8 a 18,8 miliardi di dollari. I tagli colpirebbero duramente programmi strategici come la Stazione Spaziale Internazionale, penalizzata di 508 milioni di dollari, oltre a numerosi progetti di ricerca, tra cui quello per il rientro di campioni di roccia marziana sulla Terra.

Show militare per il compleanno – Non mancano, poi, gli elementi più spettacolari e controversi. In occasione del suo 79esimo compleanno, il prossimo 14 giugno, Trump starebbe pianificando una parata militare senza precedenti. Secondo indiscrezioni dell’Associated Press, l’evento vedrebbe la partecipazione di 6.600 soldati, 150 veicoli, 50 elicotteri, sette bande militari e migliaia di civili. I costi, non ancora stimati ufficialmente, si aggirerebbero su diverse decine di milioni di dollari, considerando la logistica e i trasporti da tutto il Paese a Washington.

Braccio di ferro con la Nato – Sul fronte diplomatico, infine, si intensifica la tensione con i partner atlantici. Secondo quanto riportato dal Der Spiegel, Trump avrebbe minacciato di disertare il vertice della Nato a L’Aia, in programma a giugno, se gli alleati non aumenteranno i propri bilanci per la Difesa. Non più solo il 2% del Pil, ma addirittura il 5%: una soglia che, per la sola Germania, equivarrebbe a circa 215 miliardi di euro. Un’escalation di richieste che rischia di compromettere il fragile equilibrio all’interno dell’Alleanza.

L’Europa risponde con cautela – La Commissione europea, intanto, ha smentito l’esistenza di un accordo già definito per l’aumento degli acquisti di beni americani per 50 miliardi di euro. Il portavoce Olof Gill ha dichiarato che i colloqui con Washington sono ancora in corso e che la soluzione negoziata resta l’obiettivo primario. Nessun dettaglio è stato fornito sui contenuti delle trattative, ma da Bruxelles trapela una certa prudenza nei confronti di un’amministrazione americana sempre più assertiva.

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