“Schema Ponzi”, confisca da oltre 2 milioni a falso promotore finanziario

di Redazione

Un patrimonio accumulato nell’ombra, lontano dai redditi dichiarati e alimentato – secondo gli inquirenti – da un sistema finanziario fraudolento che ha coinvolto centinaia di risparmiatori in tutta Italia. È questo lo scenario che emerge dall’operazione condotta dal comando provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria, insieme al nucleo speciale di polizia valutaria, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria.

Il provvedimento, emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale reggino, ha disposto la confisca di beni riconducibili a un sedicente promotore finanziario reggino, ritenuto il vertice di un’associazione a delinquere finalizzata all’abusiva raccolta e gestione del risparmio, alla vendita di strumenti finanziari fasulli, all’autoriciclaggio e all’impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.

Il patrimonio confiscato – L’ingente “tesoretto” sottoposto a confisca è composto da oltre 4mila preziosi: 63 diamanti, 14 collane, 33 bracciali e più di 200 anelli in oro. Sequestrati anche orologi di marche di lusso – 46 Rolex, 21 Tudor e 7 Cartier – oltre ad altre pietre preziose e polizze assicurative. Il valore complessivo supera i 2 milioni di euro.

Le indagini – L’operazione nasce da approfondite indagini economico-patrimoniali svolte dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Reggio Calabria e dal nucleo speciale di polizia valutaria, su delega della Procura della Repubblica, finalizzate all’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali nei confronti del soggetto. Determinante, secondo quanto ricostruito, l’evidente sproporzione tra i modesti redditi dichiarati e le reali disponibilità economiche. Un’incoerenza rafforzata dalle dichiarazioni delle persone offese e da ulteriori approfondimenti investigativi, ritenuta sufficiente – allo stato del procedimento e fatte salve successive valutazioni in caso di eventuale impugnazione – a dimostrare la pericolosità sociale del sedicente promotore finanziario. Per gli inquirenti, nel periodo in cui sarebbe maturata l’accumulazione dei beni confiscati, l’uomo avrebbe vissuto abitualmente, in tutto o in parte, dei proventi delle attività illecite esercitate.

Il sistema e lo schema Ponzi – La ricostruzione dei fatti si è basata anche sulle risultanze di precedenti indagini, dalle quali è emerso come il professionista, operando dietro lo schermo di società finanziarie appositamente costituite, abbia raccolto denaro da centinaia di risparmiatori, promettendo rendimenti particolarmente allettanti. La raccolta del risparmio sarebbe avvenuta attraverso la stipula di contratti riconducibili a un sistema piramidale, nel quale le somme destinate a remunerare i partecipanti non provenivano da un’attività economica reale ma dall’ingresso di nuovi soggetti nel meccanismo, secondo il classico schema Ponzi.

La decisione del Tribunale – Accogliendo la richiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, che ha coordinato l’attività investigativa delle Fiamme gialle, la sezione misure di prevenzione del Tribunale ha disposto la confisca del patrimonio individuato, estendendo il provvedimento anche ad altre disponibilità finanziarie riconducibili all’abusivo promotore finanziario, localizzate non solo in Italia ma anche in Spagna e Germania. IN ALTO IL VIDEO 

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
Whatsapp
Redazione
Condividi con un amico