Dietro la facciata di uno stabile apparentemente come tanti, a San Gennaro Vesuviano (Napoli), in via Nola, si nascondeva un sistema fatto di sfruttamento, condizioni igieniche al limite e attività produttiva completamente abusiva. All’alba, i carabinieri hanno scoperto che quell’edificio non era solo un insieme di alloggi di fortuna, ma anche una vera e propria fabbrica tessile clandestina.
Il blitz e la scoperta – L’intervento è scattato nelle prime ore del mattino ed è stato condotto dai carabinieri della stazione territoriale, con il supporto del Nucleo forestale di Roccarainola, del Nucleo ispettorato del lavoro, della Polizia locale e di personale Enel e Asl. All’interno della palazzina, formalmente destinata a uso residenziale, i militari hanno trovato al piano terra un opificio tessile privo di qualsiasi autorizzazione, coperto da una tettoia anch’essa abusiva e alimentato da un pozzo scavato senza alcun criterio.
I dormitori al piano superiore – Ai piani alti dello stabile dormivano 76 operai, distribuiti in stanze fatiscenti, con letti arrangiati alla meglio, servizi ridotti al minimo e ambienti segnati da umidità e scarsa aerazione. Spazi nati come abitazioni e trasformati in dormitori di fortuna. All’interno della struttura sono stati individuati anche locali adattati a luogo di culto islamico.
Le conseguenze – Al termine delle verifiche sono scattate 11 denunce in stato di libertà per violazioni urbanistiche, irregolarità in materia di sicurezza sul lavoro e gestione abusiva dell’attività produttiva. Un’intera palazzina, nel cuore del Vesuviano, trasformata in simbolo di degrado e illegalità.

