La rete patrimoniale riconducibile a due persone ritenute vicine alla cosca Arena è stata colpita da un nuovo sequestro: immobili, polizze assicurative e un’autovettura, per un valore complessivo di circa 600mila euro, sono stati bloccati dai militari del servizio centrale Ico e del comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro in esecuzione dei decreti emessi dal Tribunale – sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione – su richiesta della Dda. Un intervento che si inserisce nel filone investigativo che aveva già delineato il ruolo dei due soggetti, fino al 2019 ritenuti intranei al gruppo mafioso Arena e considerati connotati da “pericolosità sociale qualificata” secondo il decreto legislativo 159/2011.
Il contesto dell’inchiesta – I destinatari del provvedimento erano già emersi nell’operazione Jonny del 2017, che aveva documentato la commistione affaristica con il sodalizio nel settore del gaming. Proprio quell’indagine aveva ricostruito come la cosca avesse assunto una posizione dominante nella raccolta delle scommesse on-line, anche attraverso modalità ritenute illecite. Nel frattempo, uno dei due coinvolti è deceduto durante il processo, mentre l’altro è stato recentemente condannato – non in via definitiva – nel giudizio di rinvio dinanzi alla Corte d’appello di Catanzaro.
Gli approfondimenti patrimoniali – Il sequestro è stato disposto sulla base delle indagini economico-patrimoniali coordinate dalla Dda ed eseguite dagli specialisti della sezione misure di prevenzione del Gruppo investigazione criminalità organizzata del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro e del servizio centrale Ico. Gli accertamenti hanno evidenziato una netta sproporzione tra il patrimonio nella disponibilità dei proposti e i redditi dichiarati, confermando il quadro già emerso in precedenti provvedimenti: la stessa attività investigativa aveva infatti portato, nei confronti di altri soggetti coinvolti nella medesima indagine, al sequestro di ulteriori beni per oltre 9 milioni di euro.

