Usa, i dem travolgono Trump con Mamdani a New York e due governatrici in Virginia e New Jersey

di Redazione

L’onda democratica travolge il primo banco di prova per Donald Trump a un anno dalla vittoria e con le prossime midterm all’orizzonte: nell’election day del 4 novembre i democratici mettono a segno un tris dal sapore storico, conquistando New York con il 34enne Zohran Mamdani e scegliendo due governatrici in Virginia e in New Jersey, con lo swing state riportato dai repubblicani ai dem.

New York, il colpo di scena – L’America sorprende eleggendo alla guida della Grande Mela, icona del capitalismo, Zohran Mamdani, primo sindaco musulmano della città e il primo del Sudest asiatico. Il neo-eletto ha superato di circa dieci punti l’ex governatore Andrew Cuomo, ricandidatosi come indipendente dopo la sconfitta alle primarie, mentre il repubblicano Curtis Sliwa non ha superato il 10%. Al Paramount Theatre di Brooklyn, tra clacson e cori in strada, Mamdani ha celebrato il risultato e ha rilanciato lo scontro con la Casa Bianca: «Donald Trump, siccome so che stai guardando, ho quattro parole per te: “Turn the Volume Up”». E ancora: New York sarà «la luce in questo momento di oscurità»; «Se un luogo al mondo può mostrare come sconfiggere Donald Trump, questo è la città che lo ha creato»; «È una città di immigrati, supportata da immigrati e da oggi guidata da un immigrato». «Ascolta Trump, per arrivare a uno di noi, dovrai passare attraverso tutti noi».

Il profilo di Mamdani – Nato in Uganda da madre indiana e padre ugandese, ha scalato la scena partendo da semisconosciuto deputato statale, sostenuto dall’ala progressista di Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez, quindi appoggiato – non formalmente – da Barack Obama, ma non dall’intero establishment dem. Ha convinto con un programma per rendere New York più abbordabile: bus gratis, supermercati comunali, affitti calmierati e più tasse ai ricchi. Non è il più giovane sindaco della storia cittadina (Hugh J. Grant fu eletto a 31 anni nel 1889), né il primo socialista. È stato dichiarato vincitore mezz’ora dopo la chiusura dei seggi, in un’elezione che ha visto oltre due milioni di votanti, record dal 1969. «Il futuro è nelle nostre mani. Amici miei, abbiamo rovesciato una dinastia politica», ha detto nel discorso della vittoria.

Cuomo, l’outsider – Sconfitto alle primarie, Cuomo ha proseguito come indipendente con l’endorsement di Trump e di Elon Musk. Circondato dalle figlie, ha definito la sua campagna un modo per sfidare dinamiche «pericolose» nel partito e nel Paese. Quando si è congratulato con Mamdani, parte della platea lo ha fischiato; lui ha replicato: «No, non è giusto».

Il campo repubblicano – Sliwa ha riconosciuto subito la sconfitta e, dopo aver sostenuto di aver rifiutato 10 milioni di dollari per ritirarsi, ha promesso di incalzare il nuovo sindaco sulla promessa di mantenere la città sicura. Tra i sostenitori di Cuomo c’è chi imputa a Sliwa la vittoria di Mamdani per il mancato ritiro.

Virginia e New Jersey, l’altra via dem – Il partito dell’Asinello mostra di saper vincere anche al centro. In Virginia, la 46enne Abigail Spanberger, ex operativa della Cia, diventa la prima donna governatrice dello Stato, con Ghazala Hashmi come vice: senatrice statale di origini indiane, prima persona musulmana e sudasiatica a ricoprire un incarico statale nell’Old Dominion. I dem conquistano anche la carica di attorney general, con Jay Jones che batte l’uscente Jason Miyares, sostenuto da Trump. In New Jersey, la 53enne Mikie Sherrill – ex procuratrice federale ed ex ufficiale di Marina, madre di quattro figli – mantiene il ‘Garden State’ ai democratici e diventa la prima governatrice donna, superando l’uomo d’affari italo-americano Giacchino Michael “Jack” Ciattarelli, 64 anni, oggi allineato a Trump dopo averlo definito nel 2015 un «ciarlatano».

La reazione di Trump – Il presidente ammette la sconfitta su Truth ma, citando non meglio precisati sondaggisti, afferma che «il fatto che Trump non fosse sulla scheda elettorale e lo shutdown sono stati i due motivi per cui i repubblicani hanno perso le elezioni». La domanda resta che cosa farà adesso, dopo aver annunciao lo stop ai fondi federali per New York. Di certo, gli elettori della città sembrano aver risposto proprio a lui con questa scelta.

Il bivio per i democratici – Tra l’energia progressista incarnata da Mamdani e il pragmatismo moderato di Spanberger e Sherrill, il partito tiene aperto il cantiere su quale rotta imboccare per battere Trump e il trumpismo: al centro o a sinistra? Per ora, il 4 novembre consegna ai dem un messaggio di forza in tre Stati simbolo e a Trump un primo test, decisamente amaro.

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