All’alba, lungo un marciapiede ancora buio, una donna diretta al lavoro è stata colpita alle spalle, trascinata dietro una siepe e violentata. È successo venerdì 21 novembre a Gallarate (Varese), in via Pegoraro, poco dopo le ore 5.30. Un passante ha dato l’allarme al 112, mentre la vittima, 53 anni, ferita e sotto shock, è stata soccorsa e portata in ospedale. Nel pomeriggio i carabinieri hanno individuato il presunto autore: un 35enne gambiano, poi fermato dopo essersi nascosto in casa. In caserma ha confessato.
La violenza dietro una siepe – La donna stava camminando verso il lavoro quando l’aggressore l’ha raggiunta alle spalle, colpendola con forza alla testa e trascinandola dietro le siepi di un’aiuola in un parcheggio pubblico. Lì ha abusato di lei, le ha rubato il telefono ed è fuggito a piedi. Un passante è intervenuto e ha chiamato i carabinieri. La vittima inizialmente è stata ricoverata in codice giallo all’ospedale Sant’Antonio Abate, con una prognosi di 20 giorni, e in seguito trasferita alla clinica Mangiagalli di Milano per ulteriori accertamenti.
Le indagini e la fuga interrotta – Analizzando gli impianti di videosorveglianza dell’area e le informazioni di un testimone, i militari hanno ricostruito la fuga dell’autore e individuato l’abitazione in cui si era rifugiato. Quando i carabinieri hanno bussato alla porta, nessuno ha risposto. Entrati nell’alloggio, lo hanno trovato nascosto nel cassettone di un letto, ancora con gli stessi vestiti ripresi dalle telecamere. Poco distante, in un giardino privato lungo la via di fuga, è stato recuperato anche il cellulare della vittima, di cui l’uomo si era disfatto scappando.
Il fermo e la confessione – L’uomo, in Italia da anni, che lavora come meccanico, è stato fermato dal pubblico ministero Roberto Bonfanti per violenza sessuale aggravata e lesioni aggravate. In caserma, assistito dall’avvocato Camillo Ferioli, ha ammesso tra le lacrime le proprie responsabilità. Risulta avere un precedente del 2020 per detenzione di droga e resistenza a pubblico ufficiale, con pena sospesa. Ora si trova nel carcere di Busto Arsizio in attesa dell’interrogatorio di garanzia.
Sindaco: “Criminali da rispedire al loro paese” – “A nome della città volevo esprimere innanzitutto i complimenti ai carabinieri della compagnia di Gallarate per aver preso questo criminale”, ha dichiarato il sindaco Andrea Cassani, aggiungendo: “Ieri ancora non si sapeva chi era il colpevole, ma già tutti lo avevano capito: lo stupro ai danni di una nostra concittadina è stato perpetrato da un gambiano che evidentemente non è venuto a Gallarate per pagarci le pensioni o perché fuggiva da qualche guerra ma per farsi mantenere da noi e per stuprare una donna che potrebbe essere nostra madre, nostra moglie”. Il primo cittadino ha collegato l’episodio al Remigration Summit ospitato in città: “Non è razzismo ma statistica: più del 50% dei reati violenti sono commessi dagli stranieri che sono in Italia meno del 10% della popolazione”. Infine, ha concluso: “È ora che tutti i cittadini aprano gli occhi sulle conseguenze dell’immigrazione e che anche la politica metta un freno a questa invasione e rispedisca al loro Paese questi criminali”.

