L’assemblea dei delegati dell’Associazione Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, ha dato il via libera all’assestamento del preventivo 2025 e al bilancio di previsione per il 2026, con un quadro finanziario orientato alla prudenza, sostenuto da rendimenti positivi e da un incremento della contribuzione degli iscritti.
Rendimento del patrimonio e scenario macroeconomico – Nel 2025 la gestione dell’ente beneficia dell’andamento favorevole dei mercati, dopo il recupero delle quotazioni seguito alle incertezze legate al “Liberation Day”, data di avvio dell’imposizione dei dazi commerciali da parte degli Stati Uniti. L’orientamento degli investimenti verso il mercato azionario ha contribuito a un incremento dei proventi finanziari attesi: il risultato della gestione mobiliare a fine anno è stimato in 1.139 milioni di euro, con oneri per 36,4 milioni.
Il contesto economico resta condizionato dalle politiche commerciali della nuova presidenza statunitense e da un rallentamento globale. L’attenuazione dell’inflazione, avviata in Europa verso il 2% e poco superiore negli Usa, non si traduce in un impulso alla domanda interna, con una previsione di crescita negativa per l’Italia, pari a -0,4% nel 2025.
Il budget 2025 – L’assestamento approvato dall’assemblea rileva un risultato positivo al lordo delle rettifiche pari a 109,10 milioni di euro, con un risultato netto di 25,57 milioni. Il dato è influenzato da svalutazioni prudenziali: 5 milioni in più sulle attività finanziarie, per un totale di 44 milioni, e 3,4 milioni aggiuntivi sui crediti verso iscritti, che portano la svalutazione dell’attivo circolante a 39,52 milioni. L’assestato non considera le possibili entrate positive derivanti dal riaccertamento delle maggiori sanzioni e interessi già svalutati negli anni precedenti.
Sul fronte della contribuzione, si registra una lieve diminuzione di 2 milioni, con entrate stimate a 333,55 milioni, a fronte di una morosità inferiore al 15%. La spesa per prestazioni previdenziali e assistenziali si attesta a 305,4 milioni (+3,6 milioni), mentre le prestazioni assistenziali restano confermate a 8,66 milioni.
La previsione 2026 – Il preventivo del prossimo anno stima un risultato al lordo delle rettifiche pari a 97,67 milioni, con un netto di 35,9 milioni. Le stime valutano una crescita della contribuzione (340,94 milioni), in linea con l’adeguamento previsto dei minimi contributivi, pari all’1,238%, riferito a una platea di circa 27.000 iscritti tra attivi e pensionati. La spesa previdenziale, influenzata dalla perequazione degli assegni dello stesso valore percentuale, raggiungerà 305,02 milioni, con 13.120 pensionati stimati (+573 prestazioni), comportando un incremento di 9,67 milioni rispetto al 2025.
I proventi finanziari lordi nel 2026 sono previsti in 103,03 milioni di euro, con una riduzione di 11,3 milioni rispetto all’assestato 2025, ma con un risultato netto degli investimenti stimato in crescita (82,62 milioni contro 77,61). Al 31 ottobre 2025, il patrimonio mobiliare investito registra un rendimento del +5,01%, mentre quello delle gestioni a mandato segna +7,03%, per un valore a mercato pari a 1.255,3 milioni di euro.
Crediti e morosità, continua la linea prudenziale – La politica di protezione sul rischio crediti prosegue con importanti accantonamenti: 39,52 milioni nel 2025 e 27,75 milioni previsti nel 2026. L’ente sta intensificando le azioni di recupero, con oltre 8.000 decreti ingiuntivi per posizioni contributive fino al 31 dicembre 2021. La morosità corrente resta sotto il 15%, ma la Cassa ritiene necessario continuare con strategie di contenimento e accantonamento. La svalutazione complessiva dei crediti, al termine del 2026, raggiungerà 333,5 milioni di euro: una scelta che non implica rinuncia al recupero, ma tutela contabile che elimina dal bilancio tecnico gli effetti di crediti potenzialmente non esigibili.
Nuovo ALM e strategie di investimento – L’assemblea ha inoltre approvato l’aggiornamento dell’analisi ALM per il triennio 2026-2028. Tra gli obiettivi: una riduzione della componente immobiliare, che passerà dal 27,8% del 30 giugno 2025 al 19,8% nel 2028, con un rendimento reale obiettivo dell’1,6% netto e nominale del 3,7% (inflazione attesa al 2,1%). Indicatori di sostenibilità in netta crescita: il funding ratio sale al 115,5%, rispetto al 93,3% della precedente valutazione elaborata nel 2024.
Nel 2026 l’allocazione del patrimonio prevede un aumento degli investimenti azionari al 34%, una crescita della componente alternativa al 15% (2% liquida e 13% illiquida), un ridimensionamento delle obbligazioni al 46% e una leggera contrazione delle partecipazioni al 2,5%.
Sostenibilità a 50 anni – L’ente ha infine approvato il nuovo bilancio tecnico attuariale basato sui dati al 31 dicembre 2024, che conferma la sostenibilità finanziaria del fondo previdenziale per i prossimi 50 anni e il rispetto dei requisiti di equilibrio a 30 anni previsti dalla legge 335/1995.

