Aversa, arrestato automobilista che causò la morte di Tina Spatarella: era fuggito all’estero

di Daniela Rosato

È stato fermato il presunto pirata della strada ritenuto responsabile dello schianto sulla Domiziana in cui ha perso la vita Tina Spatarella, docente di 62 anni, di Aversa, travolta nella notte tra il 15 e il 16 novembre mentre viaggiava in auto nei pressi dello svincolo di Villa Literno della statale Domiziana. La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha reso noto oggi il fermo di un trentunenne, ora in carcere.

L’incidente sulla Domiziana – Quella notte la docente, insegnante di religione in un istituto di Sant’Antimo, si trovava a bordo di una vettura insieme ad altre tre persone quando l’auto veniva tamponata con violenza da una Bmw lungo la statale 7 Quater. Per lei l’impatto era fatale, mentre gli altri occupanti restavano gravemente feriti e risultano ancora ricoverati in condizioni stazionarie. Il corpo della donna era stato trasferito all’ospedale di Giugliano in Campania per gli accertamenti medico-legali disposti dall’autorità giudiziaria.

Le prime indagini e l’auto abbandonata – Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, subito dopo l’incidente, il conducente della Bmw lasciava la vettura, semidistrutta, e fuggiva facendo perdere le proprie tracce. Da quel momento scattava la caccia al responsabile. Gli investigatori della Polizia stradale di Caserta hanno ricostruito i passaggi di proprietà dell’auto, risalendo a un cittadino romeno che l’aveva acquistata di recente e che è stato individuato e ascoltato. L’uomo ha riferito che la Bmw gli sarebbe stata rubata e di non trovarsi alla guida al momento dello schianto. Per giorni si è lavorato sull’ipotesi di un conducente straniero, mentre le condizioni dei tre feriti restavano gravi ma stazionarie.

Il fermo del trentunenne –  Le indagini hanno permesso di identificare il presunto responsabile, che aveva la disponibilità della Bmw intestata a un prestanome occasionale. Nelle ore immediatamente successive allo schianto, prima ancora che fosse stata accertata la sua reale identità, l’uomo aveva lasciato l’Italia insieme alla moglie e ai figli, imbarcandosi su un volo diretto all’estero. Nel frattempo, le attività investigative hanno raccolto gravi indizi a suo carico, consentendo all’autorità giudiziaria di emettere il decreto di fermo. Il provvedimento è stato eseguito il 24 novembre scorso, al rientro in Italia del trentunenne, che è stato accompagnato nella casa circondariale di Napoli-Poggioreale.

La decisione del gip – Il 27 novembre, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, condividendo il quadro accusatorio delineato dalla Procura sammaritana, ha convalidato il fermo di indiziato di delitto e disposto per l’indagato la custodia cautelare in carcere. Per il trentunenne l’accusa è di aver provocato l’incidente costato la vita all’insegnante aversana e di essersi allontanato senza fermarsi a prestare soccorso: un insieme di elementi che ora sarà oggetto del vaglio processuale.

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