Un’accusa pesante, una richiesta di condanna a 2 anni e 6 mesi, poi la svolta in aula: oggi il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli Nord ha assolto G.F., 45 anni, di Grumo Nevano (Napoli), dall’imputazione di maltrattamenti in famiglia perché “il fatto non sussiste”, riqualificando la vicenda in due sole minacce senza seguito e infliggendo una pena sospesa di 3 mesi di reclusione, con cessazione della misura cautelare.
La richiesta del pm – L’uomo era stato ritenuto responsabile di ripetute aggressioni fisiche e verbali ai danni dell’ex moglie, denunciante, contestate anche alla luce delle dichiarazioni del padre della donna e di una sua amica. Episodi che, secondo l’accusa, si sarebbero consumati alla presenza dei figli minorenni nel corso di un matrimonio durato 23 anni. Da marzo 2025 l’indagato era sottoposto al divieto di avvicinamento alla persona offesa, con applicazione del braccialetto elettronico. La misura è rimasta in vigore fino alla pronuncia di oggi.
La decisione – In sede di giudizio abbreviato, il gup ha accolto la linea difensiva dell’avvocato Giuseppe Andreozzi di Aversa: dagli atti non è emersa la prova di una lunga e sistematica reiterazione di minacce, percosse e lesioni. Il giudice ha quindi assolto l’imputato dall’accusa di maltrattamenti, ritenendolo responsabile solo di due episodi di minaccia privi di conseguenze, con condanna (sospesa) a 3 mesi e contestuale cessazione della misura cautelare.

