Eindhoven, fermi preventivi ai tifosi del Napoli: accuse di abusi e diplomazia in campo

di Redazione

Cinture strette e biglietti annullati prima ancora del fischio d’inizio: alla vigilia della sfida di Champions League a Eindhoven, decine di tifosi del Napoli sono stati fermati, identificati, fotosegnalati ed espulsi dalla città per 24 ore, in base a un’ordinanza del sindaco. Niente stadio per loro: la partita resterà fuori portata, mentre montano le accuse di “abusi” e si muove la macchina diplomatica italiana.

Arresti e provvedimenti – Secondo i racconti raccolti, nella notte sono stati fermati circa 180 tifosi del Napoli nel centro di Eindhoven per violazione del regolamento comunale sugli assembramenti, senza scontri con i supporter del Psv. Altri quattro tifosi olandesi sono stati a loro volta fermati. I sostenitori azzurri hanno trascorso la notte nella stazione di polizia di Mathildelaan: identificati, schedati, fotosegnalati e poi destinatari di un provvedimento di espulsione per 24 ore con l’annullamento dei biglietti. Gli atti sono stati inviati alla questura di Napoli per la valutazione di eventuali daspo. In tutto sono 1700 i tifosi del Napoli con un tagliando per la gara; chi è stato fermato “ha avuto l’equivalente del nostro foglio di via”, con biglietto annullato.

Le accuse del legale – L’avvocato Emilio Coppola, che assiste alcuni dei tifosi fermati ed espulsi, parla di “abusi” e attacca: “La nostra città è sempre pronta a combattere ingiustizie e abusi e ieri sera si sono rivisti i numeri quelli che non vedevano dal 1944. La nostra città merita rispetto”. A Radio Crc rilancia: “I tifosi fermati a Eindhoven? Sono stati privati di tantissime libertà individuali: un vero e proprio abuso. C’è un clima teso in città: molti tifosi stanno ricevendo il medesimo trattamento. Credo che le autorità nazionali debbano intervenire a tutela dei cittadini italiani”. E ricostruisce: “Ieri sera in un parcheggio nei pressi del centro cittadino di Eindhoven, dei tifosi del Napoli sono stati circondati dalle forze dell’ordine e privati di tantissime libertà individuali senza che sia stato ravvisato alcun tipo di reato. Si punisce l’atmosfera, come si legge dalla nota della questura di Eindhoven, ovvero il fatto che ci fosse questo raggruppamento dei tifosi del Napoli. Sono stati individuati ed identificati all’interno di questo parcheggio, successivamente sono stati spostati in questura, schedati e foto segnalati, ricevendo un provvedimento”.

Infine, il nodo normativo: “Il sindaco di Eindhoven, attraverso un’ordinanza, aveva vietato raggruppamenti in giro per la città e, per questo motivo, i tifosi hanno ricevuto un’espulsione dal Comune di 24 ore con annullamento del biglietto della partita. Mi dicono di un clima teso in città: tutti i napoletani che camminano per strada vengono fermati, identificati, schedati ed, in alcuni casi, stanno ricevendo il medesimo trattamento. È normale trattare così dei cittadini che fanno parte dell’area Schengen? Credo assolutamente di no. Credo che le autorità competenti, sportive e politiche, debbano intervenire per tutelare quello che, a mio avviso, è stato un vero e proprio abuso”. E ancora: “Non si può pensare che delle persone con regolare biglietto, che hanno investito delle risorse economiche in viaggio ed alloggio debbano essere allontanate dalla città senza un reale motivo. Il problema è capire se un’ordinanza del sindaco possa essere applicata in questo modo. Credo che ci sia una violazione forte della libertà individuale. Ritengo che i napoletani abbiamo fatto un po’ da cavia a delle novità dal punto di vista del diritto comunitario: credo che la questione vada denunciata ai massimi livelli. Spero che le istituzioni nazionali intervengano per come sono stati trattati dei cittadini italiani”.

“Marchiati sulla mano”– L’avvocato Coppola riferisce dettagli destinati a far discutere: “Uno dei giovani fermati ieri sera mi ha anche spiegato che quando sono stati identificati sono stati marchiati con un numero sulla mano e che li hanno tenuti per tutta la notte nella stazione di polizia con questo numero stampato addosso”.

La posizione della Farnesina – Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, assicura il coinvolgimento dell’Unità di crisi e della rete diplomatica: “Stiamo seguendo da stanotte la vicenda con la nostra unità di crisi”, con “funzionari della nostra ambasciata” mobilitati e “sta andando anche l’ambasciatore”. “Chi non ha i biglietti verrà allontanato, chi ce l’ha dovrebbe andare a vedere la partita”. Sui social aggiunge: “Sto seguendo il caso dei tifosi del Napoli fermati a Eindhoven per controlli prima della partita di calcio di stasera. L’Ambasciata all’Aja ha già inviato del personale e sono già presenti agenti della Digos italiana. La polizia olandese allontanerà i tifosi senza biglietto. Per ogni necessità si può contattare l’Ambasciata al numero +31 651541399”. Il viceministro degli Affari Esteri, Edmondo Cirielli, sottolinea: “Sto seguendo con la massima attenzione, in linea con il ministro Tajani, la vicenda dei tifosi del Napoli fermati a Eindhoven prima della partita di questa sera. È nostro dovere tutelare i diritti dei cittadini italiani ovunque si trovino, assicurando nel contempo il rispetto delle normative locali. Sono sicuro che presto la vicenda sarà chiarita anche grazie alla diplomazia italiana che ha avviato contatti utili con le autorità olandesi”.

Il quadro normativo contestato – L’avvocato Erich Grimaldi entra nel merito: “L’intervento preventivo, seppure legittimo in linea di principio per motivi di ordine pubblico, deve essere calibrato e giustificato. Occorre verificare se l’azione sia stata proporzionata rispetto al rischio concreto e se le autorità abbiano rispettato il contraddittorio e i diritti fondamentali di libertà di circolazione e di riunione. I tifosi si erano riuniti pacificamente, come accade da sempre nelle trasferte europee”. E incalza: “È necessario chiarire quale sia la base normativa olandese che ha consentito il fermo e l’espulsione, nonché il contenuto del regolamento comunale in materia di assembramenti richiamato dalle autorità. Il fatto che anche chi fosse in possesso di un regolare biglietto sia stato allontanato o non potrà accedere allo stadio assume un rilievo particolare, perché si traduce in una misura percepita come punizione collettiva e mina il principio di responsabilità individuale, cardine dello Stato di diritto. Da questa mattina, peraltro, da quanto riferiscono, c’è un’inspiegabile caccia all’italiano che ha coinvolto anche alcuni giornalisti inviati”.

Grimaldi aggiunge: “In qualità di tifoso e operatore del diritto ritengo opportuno un intervento coordinato delle Autorità per accertare eventuali violazioni procedurali, anche a livello europeo, e per pretendere piena trasparenza sui criteri adottati”. “La sensazione è che si stia agendo più con logica di zona rossa e controllo di massa degli italiani che in risposta a singoli comportamenti violenti. In una democrazia questa impostazione, pur comprensibile in chiave preventiva, deve restare l’eccezione e non trasformarsi in regola”. Infine: “Sono in partenza per Eindhoven non solo per assistere alla partita ma anche per comprendere direttamente cosa sia accaduto e ascoltare le voci di chi ha vissuto questa vicenda. Solo dal confronto con i fatti e con i tifosi, peraltro pacifici, potremo capire se si è trattato davvero di prevenzione o di un eccesso di potere che rischia di intaccare diritti fondamentali e, paradossalmente, di alimentare tensioni invece di evitarle”.

Le voci dei tifosi – Il racconto di Fabio, 50 anni, residente nell’area flegrea: “Ci volevamo bere una birra e siamo stati respinti senza avere fatto nulla, dopo avere speso soldi per i biglietti, che non ci verranno rimborsati, ma la cosa più grave è che non potremo vedere il nostro Napoli”. “Siamo arrivati in città in auto, volevamo andare a bere una birra quando, dopo essere entrati in un parcheggio, la polizia ci ha circondati impedendoci di poterci allontanare. Ci hanno perquisiti e identificati senza che avessimo fatto nulla. Ci hanno trattato come criminali”. “Poi, quando sembrava che tutto fosse finito, ci hanno letteralmente deportati in un ufficio di polizia locale in cui siamo stati interrogati senza la presenza di un legale, prima di essere invitati, con un provvedimento, ad abbandonare la città. Ci sono stati annullati i biglietti della partita ma non abbiamo fatto nulla di pericoloso, volevamo solo berci una birra. La polizia locale ci ha anche minacciati, dicendo che la polizia italiana avrebbe dovuto procedere con un daspo nei nostri confronti”. “Troviamo tutto questo scandaloso, abbiamo speso soldi, non abbiamo fatto nulla e ciononostante non ci è stato concesso di vedere la partita”.

Il perimetro di sicurezza – Il sindaco di Eindhoven, Jeroen Dijsselbloem, ha istituito per l’occasione una zona ad alto rischio che consente perquisizioni preventive nel centro e in altre aree della città. Secondo la polizia locale, non si sono verificati disordini: gli arresti sono stati eseguiti proprio per impedirli, dopo che ai tifosi era stato chiesto di lasciare il centro e l’invito era stato ignorato.

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