“Per tanti anni abbiamo segnalato quello che non andava. Già alle elementari avevamo presentato una denuncia ai carabinieri perché era bullizzato dalle maestre: addirittura un bambino si presentò con un coltello di plastica in classe dicendo che voleva ammazzarlo, mentre una maestra li incitava alla rissa. È tutto nero su bianco quello che dico”. Sono le parole di Giuseppe Mendico, padre di Paolo, il 15enne di Santi Cosma e Damiano, piccolo centro della provincia di Latina, al confine con il Casertano, che l’11 settembre si è tolto la vita nella sua cameretta, poche ore prima di tornare a scuola.
Le denunce inascoltate – Il padre racconta di anni di segnalazioni rimaste senza risposta, dalle elementari fino all’istituto tecnico informatico Pacinotti di Fondi, dove Paolo stava per iniziare il secondo anno. “Negli ultimi tempi ripeteva: ‘Scuola di m…’. Noi gli siamo stati sempre vicini, i professori e la vicepreside sapevano degli atti di bullismo, ma non hanno fatto niente”, ha aggiunto Mendico, ricordando le rassicurazioni ricevute dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che lo ha chiamato personalmente. “È stato gentilissimo, mi ha voluto rassicurare su quanto si sta facendo per fare chiarezza sulla vicenda di Paolo e sul bullismo in generale”.
La voce della madre – “Mio figlio era una preda. Ogni volta che subiva un episodio i professori non placavano gli animi, non lo difendevano, urlavano come se fosse lui dalla parte sbagliata”, ha detto Simonetta La Marra, madre del ragazzo. “Era maturo, aveva un lessico particolare, pacato ed educato. Cosa c’è di strano in questo?”.
Il fascicolo della Procura – La Procura di Cassino, guidata da Carlo Fucci, ha aperto un fascicolo contro ignoti per istigazione o aiuto al suicidio, disponendo l’autopsia e il sequestro di smartphone, computer e altri dispositivi, anche di alcuni coetanei. Sono in corso ascolti di persone informate sui fatti e accertamenti su possibili episodi di cyberbullismo.
Le ispezioni ministeriali – Il ministro Valditara ha disposto due ispezioni negli istituti frequentati da Paolo, per verificare l’applicazione della legge 70/2024 che obbliga i dirigenti scolastici ad attivare protocolli anti-bullismo e, nei casi gravi, a denunciare alle autorità. “Il tema del bullismo mi rattrista parecchio, è un fenomeno in aumento in tutta Europa, legato all’abuso dei social. Dobbiamo verificare se la legge è stata rispettata”, ha dichiarato il ministro.
La versione della scuola – La dirigente del Pacinotti, Gina Antonetti, respinge le accuse della famiglia, sostenendo che non siano mai giunte denunce formali e che il ragazzo frequentasse lo sportello di ascolto psicologico senza evidenziare criticità. La scuola, ha spiegato, sarà pronta a fornire tutta la documentazione alle autorità competenti.
La lettera del fratello – Dopo la morte di Paolo, il fratello maggiore Ivan Roberto Mendico ha scritto una lettera indirizzata al ministro Valditara, al premier Giorgia Meloni e a Papa Leone denunciando anni di persecuzioni, insulti, scherni e aggressioni. “È il fallimento della nostra società”, ha scritto, aggiungendo che esistono chat, quaderni e note firmate dagli insegnanti che documenterebbero le vessazioni.
Il ricordo della comunità – Paolo, appassionato di musica e di pesca, era conosciuto come un ragazzo sensibile e brillante. Alla chiesa gremita per i funerali, il parroco don Fabio Gallozzi ha detto: “Ti chiediamo scusa per non aver capito”. La sorella ha fatto risuonare in chiesa la sua canzone preferita, Non sarà un’avventura di Battisti.
Un dramma che interroga il Paese – La vicenda ha riacceso il dibattito nazionale su bullismo e salute mentale. L’Osservatorio Indifesa 2024 di Terre des Hommes segnala che il 63% dei giovani ha subito episodi di bullismo e il 19% di cyberbullismo, con un forte aumento di autolesionismo e tentativi di suicidio tra i minori dopo la pandemia. La Procura dei Minori sta valutando il ruolo dei coetanei e le eventuali omissioni della scuola.