Israele ha annunciato ufficialmente di aver accettato la proposta di accordo per un cessate il fuoco avanzata dal presidente Donald Trump, dichiarando l’intenzione di porre fine alla guerra. Ma sul terreno il conflitto continua a mostrare il suo volto più duro: l’esercito israeliano (Idf) ha ordinato l’evacuazione totale della città di Gaza, mentre nuove tensioni si accendono dopo il presunto attacco a un’imbarcazione carica di attivisti e aiuti umanitari.
Evacuazione totale da Gaza City – Le forze armate israeliane hanno diramato un avviso urgente a tutti i residenti e le persone presenti a Gaza City, ordinando l’evacuazione immediata verso la zona umanitaria di Al-Mawasi. Il portavoce dell’Idf ha scritto sui social in lingua araba che “l’esercito è determinato a sconfiggere Hamas e opererà nella città di Gaza con grande determinazione”. Il messaggio si conclude con un avvertimento: “Rimanere nell’area è estremamente pericoloso”.
Flottiglia sotto attacco: “Colpita da un drone” – A infiammare ulteriormente il contesto, nella notte una delle navi della Global Sumud Flotilla, la Family Boat, è stata colpita in quello che gli attivisti definiscono un “sospetto attacco con drone”. A bordo si trovavano membri del comitato direttivo della missione, tra cui anche Greta Thunberg. L’imbarcazione, che batte bandiera portoghese, si trovava in acque tunisine al momento dell’attacco. Nessun ferito, tutti i passeggeri e l’equipaggio sono in salvo.
La notizia è stata confermata dagli attivisti durante un punto stampa a Tunisi, dove l’attivista brasiliano Thiago Avila ha dichiarato: “Continuiamo la missione. Il mondo e la legge sono dalla nostra parte. Quello che è accaduto ieri notte mostra al mondo con chi abbiamo a che fare, chi è interessato a bloccare la missione umanitaria che ha l’obiettivo di sfamare i bambini palestinesi”. Avila ha ricordato che la Family Boat è la 38esima imbarcazione attaccata o intercettata in 70 anni nel tentativo di rompere l’assedio navale su Gaza. “Sappiamo che è una missione rischiosa, ma è nulla in confronto a quello che patiscono i palestinesi ogni giorno”, ha aggiunto, ringraziando la popolazione e il governo tunisino per il supporto.
Tunisi smentisce: “Nessun drone rilevato” – La Guardia nazionale tunisina, dal canto suo, ha smentito la versione degli attivisti, riferendo di non aver rilevato alcun drone nei pressi dell’imbarcazione. “Secondo i primi accertamenti si è verificato un incendio nei giubbotti di salvataggio a bordo della nave ancorata a 50 miglia dal porto di Sidi Bou Said”, si legge nella nota delle autorità. Le indagini sono in corso.
Attentato a Gerusalemme, sei morti – A complicare ulteriormente il quadro, lunedì si è verificato un attacco all’ingresso dello svincolo di Ramot Alon, a Gerusalemme, dove due attentatori sono saliti su un autobus e hanno aperto il fuoco, uccidendo sei persone e ferendone diverse. I due aggressori sono stati “neutralizzati” dalla polizia israeliana. Poco dopo, l’Idf ha arrestato il fratello di uno degli attentatori, accusandolo di aver partecipato alla pianificazione dell’attacco. Le forze israeliane hanno inoltre circondato i villaggi di Katana e Qubeiba, da cui provenivano i due attentatori, rafforzando i posti di blocco e intensificando i rastrellamenti in Cisgiordania. Il movimento Hamas ha rivendicato politicamente l’attacco, parlando di “azione eroica” e definendolo “una risposta naturale ai crimini dell’occupazione”.
Raid israeliani in Siria – Nelle stesse ore, diversi attacchi aerei attribuiti a Israele hanno colpito aree intorno alle città siriane di Homs e Latakia. Secondo l’agenzia statale Sana, sono state colpite infrastrutture strategiche. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito che l’attacco nei pressi di Homs ha preso di mira un’unità militare a sud della città. I raid si inseriscono in un contesto di attacchi israeliani che si sono intensificati dopo il rovesciamento del presidente Bashar al-Assad da parte di una coalizione islamista nel dicembre 2024. Parallelamente, Israele ha avviato un inedito dialogo con le nuove autorità siriane.