Sesto San Giovanni, ucciso con oltre venti coltellate e dato alle fiamme: la vittima è il cognato di un boss turco

di Redazione

Un’esecuzione brutale, consumata nella notte tra martedì 22 e mercoledì 23 luglio, all’interno di un appartamento di via Umberto Fogagnolo a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. Il corpo di un uomo è stato ritrovato semicarbonizzato, con evidenti ferite da arma da taglio. Solo in un secondo momento è emersa la sua identità: si tratta di Hayati Hayim Aroyo, cittadino italo-turco di 62 anni, incensurato, ma legato per vincoli familiari a una figura di spicco della criminalità organizzata turca.

Il legame con il boss Saral – La vittima era infatti il cognato di Hüseyin Saral, leader del clan dei Sarallar, ucciso in un agguato mafioso il 31 gennaio 2005 a Crotone, mentre si trovava a bordo di un’auto guidata proprio da Aroyo, che si salvò miracolosamente. Nell’appartamento in cui è avvenuto l’omicidio, gli agenti della Squadra Mobile hanno rinvenuto ritagli di giornale relativi all’uccisione di Saral: articoli che Aroyo aveva conservato per vent’anni. Un elemento che gli investigatori non sottovalutano, pur ribadendo che – al momento – non ci sono elementi che colleghino i due delitti, consumati a due decenni di distanza.

Una lite sfociata in omicidio – Il corpo di Aroyo è stato trovato in una delle stanze dell’abitazione, al piano rialzato del civico 130 di via Fogagnolo. Il volto era sfigurato dalle ustioni e sul corpo erano visibili oltre venti coltellate, segno di una ferocia cieca. Secondo la ricostruzione della polizia di Stato, coordinata dalla Procura di Monza, il delitto sarebbe maturato al culmine di una lite. Alcuni vicini, infatti, avrebbero sentito urla provenire dall’interno poco prima delle 3, ora in cui è divampato l’incendio. Gli inquirenti, guidati da Alfonso Iadevaia, ipotizzano che Aroyo abbia aperto la porta a qualcuno che conosceva. Dopo l’aggressione, il killer sarebbe uscito per poi tornare successivamente e appiccare il fuoco, nel tentativo di cancellare ogni traccia. L’arma del delitto non è stata ancora ritrovata.

L’appartamento prestato da uno studente – Aroyo non risultava essere né il proprietario né l’inquilino dell’alloggio. L’appartamento, infatti, era abitato da uno studente ventenne, estraneo ai fatti, che aveva lasciato le chiavi al 62enne prima di partire per le vacanze. È anche per questo che, in un primo momento, si era ipotizzato che la vittima fosse il giovane. Secondo quanto emerso, Hayati Aroyo si sarebbe trasferito nell’abitazione a inizio settimana. Un dettaglio che confermerebbe la natura personale e circoscritta dell’episodio, che tuttavia resta avvolto nel mistero.

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