Una vasta operazione condotta dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha portato, nella mattinata del 16 luglio, all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di nove persone. Il provvedimento, emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, ipotizza i reati di associazione per delinquere, esercizio abusivo di attività di giochi e scommesse e trasferimento fraudolento di valori, aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan. Tra i destinatari dell’ordinanza figurano Raffaele Letizia, detto Lello, ritenuto reggente della famiglia Russo, e il cognato Pasquale Di Bona.
Scommesse clandestine e videopoker fuori controllo – Le indagini hanno fatto emergere gravi indizi sull’esistenza di un’associazione criminale dedita alla raccolta abusiva di scommesse per conto del clan dei Casalesi, in particolare della fazione Russo-Schiavone. Il gruppo operava in tutto l’agro aversano installando apparecchi da gioco – videopoker e slot machine – non collegati alla rete informatica dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm), oltre a gestire scommesse clandestine su piattaforme telematiche non autorizzate. Al vertice dell’organizzazione, secondo gli investigatori, vi era Raffaele Letizia, 56 anni, ritenuto un elemento di spicco del clan, già condannato in via definitiva per associazione di tipo mafioso. Secondo i collaboratori di giustizia e precedenti provvedimenti giudiziari, l’uomo aveva gestito per anni la riscossione dei proventi del clan, comprese le somme estorte, provvedendo al versamento nella cassa comune e alla distribuzione di stipendi agli affiliati, mantenendo rapporti con imprenditori e politici locali. Rientrato a Casal di Principe alla fine del 2021, dopo la misura di sicurezza della libertà vigilata in un comune del Lazio, avrebbe riattivato una cellula operativa dell’organizzazione.
Bar e agenzie “parallele” per il business illecito – L’associazione aveva ampliato la rete di bar e altri esercizi commerciali in cui installare apparecchi scollegati dalla rete ADM, utilizzando prestanome per schermare la gestione. Contestualmente, raccoglieva abusivamente scommesse clandestine tramite siti web dedicati e conti di gioco intestati a terzi, riconoscendo agli esercenti di agenzie autorizzate una percentuale sulle puntate non registrate ufficialmente. Su disposizione dell’autorità giudiziaria, sei degli indagati sono finiti in carcere, due agli arresti domiciliari e uno è stato colpito dal divieto di dimora nelle province di Napoli e Caserta.