Un sequestro da oltre 11 milioni di euro è stato eseguito questa mattina dai militari della Guardia di Finanza di Firenze, su mandato della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo toscano, nell’ambito di un’inchiesta che ha scoperchiato un vasto sistema di frodi fiscali orchestrato da una consorteria criminale attiva tra Firenze, Prato e Salerno.
Il provvedimento, firmato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale fiorentino, ha disposto il sequestro preventivo – anche per equivalente – di beni mobili e immobili, terreni, società e disponibilità finanziarie fino alla somma di 11 milioni e 181.974,36 euro, quale profitto illecito derivante da indebite compensazioni tributarie.
La frode del falso “Ricerca e Sviluppo” – L’inchiesta, avviata nel 2020 e condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Firenze – Gico, con il supporto dello Scico, ha ricostruito un articolato meccanismo di evasione basato sulla creazione artificiosa di crediti d’imposta per attività di “Ricerca e Sviluppo” mai realmente effettuate. Le indagini, anche di natura tecnica, hanno rivelato l’acquisizione sistematica di società “cartiere”, prive di reale operatività, utilizzate per emettere fatture false e simulare servizi legati allo sviluppo di intelligenze artificiali, blockchain, prodotti biodegradabili e progetti olografici. A ideare i progetti, un ingegnere salernitano, considerato l’organizzatore della rete e figura chiave per legittimare scientificamente l’intera operazione, in costante coordinamento con un commercialista di Prato, incaricato di fabbricare bilanci fittizi in grado di soddisfare i requisiti normativi delle startup innovative.
15 arresti lo scorso 1 luglio – Il sequestro si inserisce nel solco delle indagini che avevano già portato, lo scorso 1 luglio, all’esecuzione di un’ordinanza cautelare nei confronti di 15 persone: 3 in carcere e 12 ai domiciliari, indagate a vario titolo per associazione per delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti e indebite compensazioni. Sulla base delle ulteriori evidenze patrimoniali acquisite, il giudice ha oggi disposto il sequestro dei profitti illeciti nei confronti di 8 società – con sedi tra Firenze, Prato, Bologna e Roma – e 5 persone fisiche, tutte indagate per indebite compensazioni, ai sensi dell’articolo 10-quater del decreto legislativo 74/2000. Il sequestro è stato giustificato dal giudice per le indagini preliminari in ragione del “periculum in mora”, ossia il rischio concreto che le somme e i beni oggetto del profitto illecito possano essere dispersi o sottratti alla futura confisca. IN ALTO IL VIDEO