33 anni fa la strage di Via D’Amelio, Mattarella: “La democrazia ha sconfitto gli assassini”

di Redazione

Trentatré anni dopo la strage di via D’Amelio, l’Italia ricorda il sacrificio di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta – Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina – con parole che rinnovano il monito contro ogni forma di indifferenza e rassegnazione.

“La strage di via D’Amelio ha impresso un segno indelebile nella storia italiana. La morte di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta, voluta dalla mafia per piegare le istituzioni democratiche, intendeva proseguire, in modo eversivo, il disegno della intimidazione e della paura. La democrazia è stata più forte. Gli assassini e i loro mandanti sono stati sconfitti e condannati”, ha dichiarato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel giorno dell’anniversario.

“In questo giorno di memoria – ha proseguito – la commozione per le vite crudelmente spezzate e la vicinanza ai familiari delle vittime restano intense come trentatré anni or sono. Il senso di riconoscenza verso quei servitori dello Stato che, con dedizione e sacrificio, hanno combattuto il cancro mafioso difendendo libertà e legalità è imperituro. Le vite di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone sono testimonianza e simbolo della dedizione dei magistrati alla causa della giustizia. Borsellino non si tirò indietro dal proprio lavoro dopo la strage di Capaci. Continuò ad andare avanti. Onorare la sua memoria vuol dire seguire la sua lezione di dignità e legalità e far sì che il suo messaggio raggiunga le generazioni più giovani”.

Meloni: “Un esempio che vive in chi combatte per un’Italia più giusta” – Anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ricordato il magistrato siciliano con un messaggio affidato ai social: “Oggi, a 33 anni dalla strage di via D’Amelio, ricordiamo Paolo Borsellino, un uomo che ha sacrificato la sua vita per la verità, per la giustizia, per l’Italia. Il suo esempio continua a vivere in chi ogni giorno, spesso lontano dai riflettori, combatte per un’Italia più giusta, libera dalle mafie, dal malaffare, dalla paura”. “Non c’è libertà senza giustizia, non c’è Stato senza legalità – ha aggiunto Meloni –. Ai tanti magistrati, Forze dell’Ordine e servitori dello Stato che hanno scelto il coraggio, anche a costo della vita, dobbiamo gratitudine e rispetto. Hanno tracciato una strada che non può essere dimenticata. Quel testimone è ancora saldo. E lo porteremo avanti ogni giorno, con rispetto, con determinazione, con amore per la nostra Nazione. In ricordo di Paolo Borsellino e di chi non ha mai chinato la testa”.

La Russa: “Memoria non sia rituale ma impegno concreto” – “Trentatré anni fa, in via D’Amelio, la mafia colpiva al cuore dello Stato, spezzando la vita di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta. Via D’Amelio resta ancora oggi una ferita aperta nella memoria collettiva ma rimane anche il luogo simbolico in cui si rinnova la volontà di non arrendersi mai di fronte al crimine e all’indifferenza”, ha dichiarato il presidente del Senato Ignazio La Russa. “Il sacrificio di Paolo Borsellino e dei suoi agenti continua a interrogarci chiedendoci coerenza, coraggio e responsabilità, perché la memoria non può essere un gesto rituale ma deve tradursi ogni giorno in impegno concreto, per una Nazione più giusta, libera e fedele ai valori della legalità”.

Fontana: “Il suo coraggio è un’eredità preziosa” – Un pensiero commosso è arrivato anche dal presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana: “A 33 anni dalla terribile strage di via D’Amelio, il mio pensiero va al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della scorta uccisi. In questa giornata rivolgo la mia sentita vicinanza ai loro familiari. L’esempio di coraggio e determinazione del giudice Borsellino nella lotta alla mafia rappresenta un’eredità preziosa di cui fare tesoro, che continua a ispirare ogni giorno chi è impegnato nella difesa della legalità”. “Alla Camera dei deputati – ha aggiunto Fontana – abbiamo esposto la borsa che il magistrato portava con sé anche il giorno della strage. Nel cuore dell’istituzione, quella borsa è un simbolo concreto del suo ricordo che vive nei valori che Borsellino ha rappresentato”.

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