Gli Stati Uniti hanno colpito duramente i siti nucleari dell’Iran, in un’operazione militare su vasta scala condotta nella notte tra il 21 e il 22 giugno. Secondo quanto riferito da fonti ufficiali statunitensi e riportato da Cnn e New York Times, i bombardieri strategici B-2 hanno sganciato bombe GBU-57 su tre impianti chiave della Repubblica islamica: Fordow, Natanz e Isfahan. Contestualmente, circa 30 missili Tomahawk sono stati lanciati da sottomarini della marina Usa, completando l’attacco contro le strutture sotterranee destinate all’arricchimento dell’uranio.
Il raid e la minaccia nucleare – “Un grande successo”: così il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha definito l’operazione in un messaggio alla nazione trasmesso dalla Casa Bianca. “Il nostro obiettivo era distruggere la capacità iraniana di procedere all’arricchimento dell’uranio e fermare la minaccia nucleare posta dallo stato che è il principale sponsor mondiale del terrorismo”, ha dichiarato. “Gli impianti sono stati completamente e totalmente distrutti”.
Secondo l’emittente Fox News, sarebbero stati impiegati tre B-2 effettivamente operativi, mentre altri velivoli, decollati dal Missouri e giunti a Guam, avrebbero avuto un ruolo di depistaggio. Gli aerei stealth hanno coperto una distanza di circa 9.600 chilometri senza necessità di rifornimento, sebbene l’autonomia teoricamente illimitata data dalla possibilità di rifornimento in volo sia considerata una delle loro caratteristiche più temibili.
Le bombe utilizzate, le GBU-57A/B Massive Ordnance Penetrator, pesano 13,6 tonnellate e contengono 6 tonnellate di esplosivo. Progettate per distruggere obiettivi fortificati sotterranei, sono state definite dal Center for Strategic and International Studies come “strumenti ideali per neutralizzare le armi di distruzione di massa dei nemici”.
La risposta dell’Iran e il contrattacco su Israele – Nelle prime ore del 22 giugno, l’Iran ha risposto con un’ondata di missili contro Israele. Le sirene di allarme sono risuonate a Tel Aviv e a Gerusalemme. Secondo quanto riportato dall’agenzia Afp e confermato dalle forze di difesa israeliane (Idf), almeno 27 persone sono rimaste ferite. L’Iran ha rivendicato il lancio di 30 missili, colpendo dieci siti nel territorio israeliano, tra cui Haifa, dove le sirene non hanno funzionato. Danni ingenti sono stati segnalati in diversi edifici residenziali e infrastrutture.
L’esercito iraniano ha riferito di aver preso di mira anche l’aeroporto Ben Gurion, un centro di ricerca biologica, basi logistiche e vari livelli di centri di comando. “Questa è solo la ventesima ondata dell’Operazione”, ha comunicato Teheran tramite l’agenzia Fars, specificando l’uso di missili a lunga gittata con testate ad alto potenziale distruttivo.
Trump: “O la pace o sarà una tragedia per l’Iran” – Nel suo discorso alla nazione, Trump, affiancato dal vicepresidente JD Vance, dal segretario di Stato Marco Rubio e dal segretario alla Difesa Pete Hegseth, ha chiarito che “ogni rappresaglia dell’Iran contro gli Stati Uniti sarà contrastata con una forza nettamente superiore a quella vista stasera”. Il segretario alla Difesa terrà una conferenza stampa domenica al Pentagono per fornire dettagli tecnici sull’operazione.
“L’Iran, il grande bullo del Medio Oriente, ora deve fare la pace. Se non lo fa, i prossimi attacchi saranno molto più massicci e molto più facili. Per 40 anni hanno detto ‘morte all’America, morte a Israele’. Hanno ucciso la nostra gente, mutilato i nostri soldati. Ho deciso molto tempo fa che tutto questo non sarebbe andato avanti”, ha affermato il presidente Usa, evocando il ricordo delle vittime delle guerre mediorientali e dell’eliminazione del generale Soleimani nel 2020.
L’Iran accusa: “Una guerra pericolosa, violata la Carta dell’Onu” – La reazione di Teheran è giunta con una dura nota del ministero degli Esteri, secondo cui “gli Stati Uniti hanno lanciato una guerra pericolosa contro l’Iran nel mezzo di un processo diplomatico”. La nota, diffusa dall’agenzia Tasnim, definisce l’operazione americana una “flagrante violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite”, e accusa Washington di essere responsabile delle “terribili ripercussioni di questo crimine efferato”.
Teheran rivendica inoltre il “diritto legittimo di resistere con tutti i mezzi necessari” e chiede un intervento urgente da parte delle Nazioni Unite e dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) per fermare “questo atto criminale”. Intanto, i Pasdaran – i Guardiani della Rivoluzione iraniana – hanno minacciato direttamente gli Stati Uniti: “Le sue basi in Medio Oriente saranno ridotte in cenere”.
Scenario instabile e timori globali – La tensione in Medio Oriente ha raggiunto livelli che non si registravano da anni. L’attacco coordinato da Washington, in appoggio a Israele, rischia di innescare un’escalation incontrollabile. E mentre il presidente Trump si dice pronto a colpire “altri obiettivi con precisione, velocità e abilità”, la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione una crisi che potrebbe sconvolgere gli equilibri globali.