Ischia, blitz contro il “re dei rifiuti”: arrestato Angelo Marrazzo, accusato di estorsione e concorrenza illecita

di Redazione

Un blitz che ha inferto un duro colpo al presunto sistema mafioso di controllo sul trasporto dei rifiuti speciali tra Ischia e la terraferma. La polizia di Stato, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e su disposizione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale partenopeo, ha arrestato Angelo Marrazzo, 76 anni, finito ai domiciliari con l’accusa di estorsione e concorrenza illecita aggravate dal metodo mafioso.

L’inchiesta, condotta dal Servizio centrale operativo della polizia e dal commissariato di Ischia, ha acceso i riflettori su un presunto monopolio criminale esercitato da anni sul delicato settore del trasporto marittimo dei rifiuti. Secondo gli investigatori, Marrazzo – ritenuto gestore di fatto della Tra.Spe.Mar., società formalmente intestata alla nuora – avrebbe imposto con minacce e pressioni il ricorso esclusivo ai propri traghetti per chi volesse lavorare nelle tratte Napoli-Pozzuoli-Ischia e Procida-Pozzuoli.

Dietro la facciata imprenditoriale, secondo le accuse, si celava un sistema basato su intimidazioni, ricatti e legami con il clan Moccia di Afragola, che avrebbe garantito il controllo totale del traffico dei rifiuti sull’isola. Le parole attribuite a Marrazzo e finite agli atti dell’ordinanza parlano da sole: «La gestione dei rifiuti sull’isola è dei Moccia. Quindi o vi rivolgete a noi alle nostre condizioni o non lavorate. A Ischia comando io. Il re dei rifiuti sono io».

Un “regno” costruito sul silenzio e sulla paura, andato avanti per anni. Finché, nel 2019, un imprenditore locale ha trovato il coraggio di denunciare. Lo stesso che, in precedenza, era stato costretto a pagare 250 euro per ogni viaggio – 170 all’andata e 80 al ritorno, anche senza utilizzare la corsa di rientro – pur di non subire ritorsioni. Quando ha tentato di rivolgersi a un’altra compagnia, si è trovato nel mirino dei controlli: sequestro del camion, sanzione amministrativa e sospensione della patente.

Secondo gli inquirenti, Marrazzo avrebbe attuato un vero e proprio “dossieraggio”, raccogliendo materiale video e fotografico da usare contro gli imprenditori che tentavano di sottrarsi al suo controllo. In almeno dieci casi, riferiti alla polizia giudiziaria, gli imprenditori coinvolti avrebbero raccontato dinamiche analoghe: chi provava ad aggirare la Tra.Spe.Mar. subiva controlli mirati e fermi sospetti.

L’indagato si presentava come referente del clan Moccia sull’isola, sfruttando la forza di intimidazione tipica delle organizzazioni mafiose. A completare il quadro, il sequestro preventivo di due motonavi – “Giuseppina I” e “Don Angeli” – ritenute strumenti chiave per il consolidamento del monopolio, impiegate anche per il trasporto dei fanghi dell’alluvione di Casamicciola del 2022 e dei materiali di risulta delle demolizioni post-terremoto del 2017.

Il provvedimento cautelare è stato firmato dal procuratore della Repubblica Nicola Gratteri nell’ambito delle indagini preliminari. Nella stessa mattinata dell’arresto, sono scattate perquisizioni, denunce collegate e accertamenti a tappeto coordinati dal vicequestore Ciro Re, con il coinvolgimento della guardia costiera e l’ausilio di un elicottero. Marrazzo è stato raggiunto dagli agenti nella sua abitazione di Casamicciola e trasferito ai domiciliari in un’altra residenza a Frattamaggiore, a nord di Napoli.

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