Una riflessione profonda su ciò che resta dell’umanità quando la violenza supera ogni confine morale e culturale. È il cuore pulsante de L’Altra Violenza – Se questo è (ancora) un uomo, l’ultimo libro dell’avvocato Angelo Pisani, presentato nell’Aula dei “Caduti di Nassirya” al Senato della Repubblica. Un evento dal forte valore simbolico, promosso dal senatore Gianluca Cantalamessa, che ha aperto i lavori sottolineando l’urgenza di “un impegno istituzionale, educativo e culturale per comprendere e contrastare la violenza in tutte le sue forme”.
Un’opera che rompe il silenzio – Il volume di Pisani, edito da Gianni Di Costanzo, affronta in maniera innovativa il fenomeno della violenza, superando le semplificazioni mediatiche e giuridiche. In uno dei passaggi centrali, l’autore distingue tra “violenza spontanea” e “violenza premeditata”, analizzando le dinamiche neurobiologiche che attivano risposte impulsive e sottolineando come queste non siano mai del tutto svincolate dal contesto sociale e culturale in cui avvengono. Il riferimento al pensiero di Michel Foucault e alla “biopolitica” – intesa come controllo sociale dei corpi – si intreccia con richiami a Hannah Arendt, suggerendo che la violenza possa anche essere uno strumento di dominio e potere.
Particolarmente forte il capitolo dedicato alle testimonianze: voci maschili che raccontano episodi di abuso subìto, donne che ammettono di aver esercitato violenza, bambini vittime di traumi in età precoce. Le storie sono accompagnate da riflessioni di psicologi e sociologi che aiutano a leggere i meccanismi profondi dell’aggressività, della vergogna, della paura. Colpisce il racconto di un uomo che descrive il senso di isolamento e umiliazione vissuto dopo aver subito violenza: un aspetto ancora largamente invisibile nel dibattito pubblico.
Un parterre di relatori di spessore – Alla presentazione hanno partecipato personalità di spicco del mondo giuridico, istituzionale e culturale: il magistrato Nicola Graziano, il direttore generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri Francesco Tufarelli, la pedagogista clinica Apollonia Reale, l’avvocata Antonella Esposito (presidente dell’associazione Potere ai Diritti), l’avvocata Rita Ronchi dell’ufficio legale LuVV, l’avvocato Carlo Ioppoli (presidente Anfi) e l’avvocata Angela Russo, del team 1523.it. A moderare i lavori la professoressa Ginella Palmieri e l’onorevole Ernesto Caccavale, che hanno accompagnato il dibattito con equilibrio e profondità.
Protagonisti i giovani di Wake Up Uagliù – Tra i momenti più significativi dell’incontro, l’intervento di Karol Paone, in rappresentanza dell’associazione giovanile Wake Up Uagliù, che ha portato in Senato l’esperienza concreta di un gruppo di giovani impegnato a diffondere tra i coetanei una cultura della non violenza. “Crediamo nell’educazione al rispetto come strumento per cambiare il presente e costruire un futuro più giusto”, è stato il messaggio lanciato dalla delegazione presente in Aula.
Un messaggio universale – La presentazione si è trasformata in un’occasione di confronto ad ampio spettro su un tema che riguarda tutti. Perché la violenza – è emerso con chiarezza – non ha un solo volto, non colpisce una sola categoria, non segue una sola traiettoria. Può essere fisica, psicologica, strutturale, silenziosa. E non è mai soltanto “degli altri”. SOTTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA