Il Texas come paradigma della solitudine e della desolazione. Il Texas come archetipo del disorientamento e della violenza muta che apre le porte alla brutalità della pena di morte. Luisa Menazzi Moretti, fotografa italo-americana, artista impegnata a restituire allo sguardo della fotografia il suo valore di riflessione sociale, presenta ai Magazzini Fotografici di Napoli, in via San Giovanni la Porta 32, giovedì 26 giugno, alle ore 18, le due opere che maggiormente ne hanno segnato il percorso: Far Fading West e Ten Years and Eighty-Seven Days.
La fotografia di Luisa Menazzi Moretti è sociale, non solo perché va alla ricerca delle persone, della gente, ma perché si occupa di temi che riguardano tutti. Il libro fotografico Far Fading West è un viaggio mistico attraverso 169 scatti che raccontano la dissoluzione di un mondo. Tappeti scoloriti dalla polvere, intonaci sbiaditi, assi di legno mangiate dai tarli, strade spaccate dal sole, villaggi fantasma nel grigiore bucato da sprazzi di colore di murales e vecchi cartelloni: un Texas che va scomparendo, nell’ombra di poche figure umane, che si aggirano solitarie tra ciò che resta di un mondo che non può ritornare. Come il cowboy che in uno scatto iconico, percorre lentamente, in sella al suo cavallo, una modernissima, deserta autostrada di Houston.
La dissoluzione di questo mondo nelle foto di Luisa Menazzi Moretti pare restare sospesa, un’ultima volta attaccata, senza forza, a un destino inevitabile. Il Texas, negli scatti di Far Fading West, è uno stato mentale, una “mistica” universale, che parla a tutti di solitudine, sgretolamento del tessuto sociale. La mancanza del futuro che traspare nelle foto dei luoghi è la stessa che attraversa un’altra opera fotografica di Luisa Menazzi Moretti: Ten Years and Eighty-Seven Days. Un lavoro che si dipana in 17 immagini e il cui titolo richiama il tempo medio che un condannato attende nel braccio della morte, aspettando l’esecuzione.
Le opere di Luisa Menazzi Moretti hanno trasformato in immagini le frasi, le dichiarazioni e i testi delle lettere scritte dai detenuti del carcere di Livingston, vicino ad Huntsville, in Texas, in attesa dell’esecuzione. Fotografie singole, dittici o trittici di grande formato, accanto i testi tratti da lettere, articoli, poesie, scritti dei prigionieri del braccio della morte – che l’artista ha studiato e scelto per esprimere l’umanità sull’orlo del suo limite, una sospensione avvolta dalla consapevolezza della fine che si avvicina inesorabile, cadenzata. Ten Years and Eighty-Seven Days non parla di morte, ma narra la vita sospesa dentro quel luogo, il carcere, e in quello Stato americano (il Texas, dove l’artista ha vissuto per molti anni) in cui, dal 1982 al marzo di quest’anno, sono stati giustiziati 583 detenuti. La morte non è esibita, né ci sono giudizi, innocenti o colpevoli. All’evento organizzato ai Magazzini Fotografici verrà presentato il libro fotografico sul Texas e verranno proiettate le immagini sulla pena di morte, punto di partenza per un dibattito-dialogo aperto con il professor Mario Laporta, docente di fotografia e fotogiornalismo.
“Ten Years and Eighty-Seven Days e Far Fading West possono essere presentati come lavori distinti e separati, prodotti in anni diversi; tuttavia, man mano che Far Fading West prendeva corpo, si è delineata in modo sempre più evidente la forte relazione tra i due lavori – sottolinea Luisa Menazzi Moretti -. Se da una parte Far Fading West è la disgregazione di un mondo fino a poco tempo fa fiorente e vitale ed ora agonizzante e decadente, dall’altra parte la mentalità, l’aspetto non tangibile di questa realtà, si aggrappa alle sue radici western: nazionalismo, uso delle armi, la legittimazione della giustizia rapida fai da te, arriva, infine e inevitabilmente alla legittimazione della pena di morte. Una pena inflitta da uno Stato democratico occidentale, certo, che ancora, nella modernità, non rinuncia alla mentalità così cara al Far West”.
Ten Years and Eighty-Seven Days è prodotto dal Museo Santa Maria della Scala di Siena; la mostra è stata esposta nel 2016 all’European Month of Photography di Berlino, nel 2017 a Siena al Museo Santa Maria della Scala, nel 2018, a Treviso, nello spazio di Tra – Treviso Ricerca Arte e nel 2024 alla Fondazione Kennedy a Firenze. Il video del progetto ha ricevuto la menzione d’onore all’International Photography Awards di New York.
I Magazzini Fotografici sono il luogo ideale per la presentazione delle opere di Luisa Menazzi Moretti. Il presidio culturale indipendente di Yvonne De Rosa, nasce come progetto atto a contribuire al sostegno e la divulgazione della alfabetizzazione visuale e della cultura, una sfida per il futuro del centro storico di Napoli che promuove un turismo sostenibile e contribuisce ad una rigenerazione urbana che parte dal basso scevra da una visione di profitto individuale.
BIOGRAFIA E OPERE – Luisa Menazzi Moretti (Udine, 1964) all’età di tredici anni lascia l’Italia per trasferirsi con parte della sua famiglia in Texas, dove frequenta le scuole e l’università. In quegli anni segue corsi di fotografia prediligendo lo sviluppo e la stampa in bianco e nero. Ritorna a vivere in Europa, si laurea in Lingue e Letterature Straniere Moderne all’Università degli Studi di Udine, lavora a Londra per poi trasferirsi in Italia dove ha vissuto a Bologna, Roma, Venezia e Napoli. In anni recenti ha trasformato la sua passione per la fotografia conferendole progettualità e dedicandosi all’attività espositiva ed editoriale.
Tra le mostre si segnalano Dieci anni e ottantasette giorni, un lavoro sulla vita dei carcerati nel braccio della morte in Texas presentato alla Robert F. Kennedy International House of Human Rights a Firenze (2024), al Ma.Co.F – centro della fotografia italiana – a Brescia (2023), al Museo Santa Maria della Scala di Siena (2017), all’European Month of Photography (Emop) di Berlino (2016); Io sono, un progetto sui rifugiati, ospitato al Mudec di Milano (2021), al Palazzo delle Arti di Napoli (PAN), al Museo Nazionale di Palazzo Lanfranchi a Matera e al Museo Archeologico di Potenza (2018); Solo, ospitato al Mata nell’ambito del Festival della Filosofia di Modena (2019); Somewhere, Villa Manin, Udine (2016); Tre Oci tre mostre, Fondazione Tre Oci, Venezia (2015); Words, Forum Universale delle Culture, Napoli (2015), Galleria Civica Tina Modotti, Udine, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Pordenone (2014); Cose di natura, un progetto per la Galleria d’Arte Moderna di Genova (2014). Suoi libri sono stati pubblicati da Artem, (Far Fading West, 2023), Giunti Editore (Io sono/I Am, 2017), Contrasto (Ten Years and Eighty Seven Days, 2016), Gente di Fotografia (Somewhere, 2016) e ancora Artem (Cose di natura / Nature’s Matters, 2014 e Words, 2013).
Tre progetti dell’autrice, Dieci anni e ottantasette giorni, Io sono e Casa mia – un video dedicato ai bambini dei Quartieri Spagnoli di Napoli dove l’artista vive parte dell’anno – sono stati premiati con quattro menzioni d’onore dall’International Photography Awards di New York. Ricordo, rivedo è l’ultimo progetto di Luisa Menazzi Moretti per la mostra Il Vittoriale delle Italiane, esposta al Vittoriale nell’ambito della programmazione di Brescia Photo Festival 2024. Sito web: https://luisamenazzimoretti.it