Un attimo di distrazione, un oggetto minuscolo ma potenzialmente letale, e una corsa contro il tempo che si conclude con un intervento chirurgico delicatissimo. È la drammatica vicenda accaduta a Teverola, in provincia di Caserta, dove un bambino di appena due anni è stato ricoverato d’urgenza dopo aver ingerito una piccola batteria a disco.
A dare l’allarme è stata la sorellina maggiore, che ha notato strani sintomi nel fratellino, e ha avvisato i genitori, i quali hanno notato, effettivamente, difficoltà a deglutire, vomito e abbondante salivazione. Subito è scattata la corsa al pronto soccorso dell’ospedale “Moscati” di Aversa. Qui, dopo una rapida valutazione, i medici hanno disposto il trasferimento immediato all’ospedale pediatrico “Santobono” di Napoli dove una radiografia ha confermato la presenza della batteria incastrata nell’esofago. Si è tentato il recupero tramite endoscopia, ma ogni tentativo è risultato vano: l’oggetto era saldamente aderente alla parete interna, già danneggiata e soggetta a necrosi.
Immediatamente è scattata l’emergenza chirurgica. Coordinata dal dottore Giovanni Gaglione, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Pediatrica d’Urgenza, un’équipe multidisciplinare ha proceduto all’intervento, accedendo all’esofago attraverso una complessa incisione cervicale, al di sotto della trachea. Un’operazione invasiva, ma indispensabile: la batteria, infatti, stava per compromettere strutture vitali come la trachea e l’aorta. Ora il piccolo paziente si trova ricoverato nel reparto di rianimazione, intubato e in prognosi riservata. Tuttavia, i medici fanno sapere che non è più in pericolo di vita.
Pochi minuti dopo, lo stesso pronto soccorso ha accolto un altro bimbo, anch’egli vittima dell’ingestione di una batteria, stavolta a bottone, quindi ancora più piccola. In questo secondo caso, però, è stato possibile estrarre l’oggetto senza necessità di ricorrere alla chirurgia.
Si tratta di episodi tutt’altro che isolati. Le batterie a bottone o a disco, sempre più diffuse nei giocattoli e in tanti oggetti di uso quotidiano come orologi, bilance elettroniche e torce, rappresentano una minaccia subdola: una volta ingerite, rilasciano piccole scariche elettriche che, a contatto con la mucosa esofagea, causano lesioni anche gravi. Se raggiungono lo stomaco, l’acido cloridrico può provocarne l’esplosione, con conseguenze devastanti per la salute dei bambini. È per questo che pediatri e chirurghi rilanciano l’allarme: “Serve maggiore consapevolezza tra genitori, baby-sitter e chiunque si occupi della cura dei più piccoli. Questi oggetti devono essere tenuti fuori dalla loro portata. Solo una prevenzione attenta può fare la differenza”.