Villa Literno, il messaggio di Falcone risuona tra i giovani con il libro del magistrato Maresca

di Redazione

Villa Literno (Caserta) – Un’aula gremita, sguardi attenti e parole che affondano le radici nella storia più dolorosa e luminosa della Repubblica: così, nella mattinata del 27 maggio, Villa Literno ha reso omaggio al pensiero e all’eredità morale di Giovanni Falcone, con la presentazione del libro Il genio di Giovanni Falcone del magistrato antimafia Catello Maresca.

L’incontro, ospitato nella Sala Consiliare “Giuseppe Rovescio”, è stato promosso dal Forum dei Giovani di Villa Literno, realtà attiva sul territorio sotto la guida della presidente Giulia Negro e della vicepresidente Assunta Sacchetta, che con determinazione lavorano per costruire una coscienza civile nelle nuove generazioni.

Un’iniziativa che è andata ben oltre la semplice presentazione editoriale: è stata una lezione pubblica di legalità, una testimonianza viva e concreta di come il pensiero di Falcone continui a germogliare dove c’è terreno fertile di partecipazione. “Falcone non è solo un nome che appartiene al passato, ma un faro che continua a indicare la rotta per chi crede nella giustizia e nella forza delle istituzioni”, ha dichiarato Catello Maresca, nel corso del suo intervento appassionato. A sottolineare l’importanza dell’evento anche la presenza delle istituzioni locali, con il sindaco Valerio Di Fraia e il consigliere delegato alle politiche giovanili Giovanni Musto che hanno ribadito il ruolo centrale della cultura della legalità come antidoto alla rassegnazione e all’indifferenza.

La risposta della cittadinanza è stata significativa: studenti, docenti, associazioni e semplici cittadini hanno partecipato con interesse, trasformando la mattinata in un vero momento collettivo di consapevolezza e impegno. Al centro, la figura di Falcone come simbolo non solo di un passato da ricordare, ma di un presente da custodire e un futuro da costruire. La cerimonia si è conclusa con un lungo applauso, segno tangibile di una comunità che non vuole dimenticare, ma anzi rilanciare la memoria come strumento di lotta alla criminalità.

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