Una messinscena da manuale, degna dei migliori gialli metropolitani, si è consumata lo scorso novembre nella sala riunioni di un albergo di Piacenza, dove due uomini, fingendosi facoltosi collezionisti, hanno truffato un venditore privato con la tecnica del rip-deal. A cadere nella trappola un uomo residente fuori provincia, che aveva messo in vendita un orologio di pregio del valore di oltre 60mila euro su alcuni gruppi social dedicati alla compravendita tra privati.
I due truffatori, ora identificati dalla polizia come un 26enne serbo e un 22enne originario della provincia di Treviso, entrambi senza fissa dimora, si erano presentati come acquirenti interessati all’acquisto per l’allettante somma di 135mila euro in contanti. Dopo un primo incontro conoscitivo a Parma, avvenuto a settembre 2024, e settimane di scambi via chat, il rendez-vous decisivo è stato fissato in una struttura alberghiera piacentina, scelta non casuale per la sua apparente “sicurezza”.
All’appuntamento i due si sono presentati con tanto di macchina conta-soldi, dando un tocco di verosimiglianza all’operazione. Hanno contato le banconote, legandole con cura in fascette che lasciavano in vista solo la prima banconota, autentica. Il resto del denaro, come scoperto solo in seguito, era costituito da copie false, sapientemente confezionate per trarre in inganno. Ottenuto l’orologio, i due si sono allontanati con la scusa di recuperare dello spumante per brindare, svanendo nel nulla con il bottino.
A truffa scoperta, la vittima ha sporto denuncia. Le indagini condotte dalla squadra mobile di Piacenza hanno preso subito una direzione precisa grazie alle immagini della videosorveglianza interna dell’hotel, condivise con tutte le questure italiane. Proprio il modus operandi ha messo in allerta gli investigatori, che hanno riconosciuto nella truffa la firma di un duo criminale già noto per colpi analoghi in Lombardia e Toscana. I due, infatti, sarebbero specialisti in rip-deal, una truffa tanto semplice quanto insidiosa: si finge un’offerta vantaggiosa per beni di lusso, si ottiene la fiducia del venditore e, al momento dello scambio, si sostituisce il denaro con banconote false.
Grazie alla collaborazione tra questure e alla testimonianza diretta della vittima, che ha riconosciuto i due truffatori, la Procura di Piacenza ha potuto emettere l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. I due indagati restano a piede libero, ma le accuse a loro carico sono circostanziate. IN ALTO IL VIDEO