È morto a 64 anni Luigi Cimmino, storico boss dell’Arenella e del Vomero, figura centrale della camorra napoletana per oltre trent’anni. Malato da tempo, si è spento in una località protetta dove era ristretto agli arresti domiciliari, dopo aver scelto nel 2022 la strada della collaborazione con la giustizia.
Cimmino era stato al vertice di uno dei clan più influenti del capoluogo campano, con ramificazioni profonde nel settore sanitario. Insieme ai Lo Russo e ai Licciardi, il suo gruppo criminale aveva imposto la propria egemonia sugli ospedali della città. Estorsioni, appalti truccati, lavori pubblici controllati: “Io e Giulio De Angioletti gestivamo tutto. I soldi arrivavano a fiumi”, aveva dichiarato in una delle sue ultime udienze. Il controllo si estendeva anche alle stazioni della metropolitana, come quella di Materdei, considerate parte integrante del territorio sotto la sua “protezione”.
Ma il nome di Luigi Cimmino resta indelebilmente legato a uno degli episodi più tragici della faida tra il suo clan e quello rivale degli Alfano: l’omicidio di Silvia Ruotolo. L’11 giugno del 1997, in salita Arenella, un commando armato esplose una raffica di trenta colpi. L’obiettivo era Salvatore Raimondi, affiliato alla cosca Cimmino, che in quel momento era insieme al boss e ad altri due uomini. Ma a cadere fu una madre innocente, Silvia Ruotolo, colpita mortalmente mentre teneva per mano il figlio Alessandro, appena uscito dall’asilo. Aveva 39 anni. Quell’agguato segnò un punto di svolta nella percezione pubblica della camorra, alimentando indignazione e dolore. Silvia era anche la madre di Alessandra Clemente, che in seguito sarebbe diventata assessore comunale a Napoli, simbolo di un impegno civile nato da una ferita personale.
Per anni Cimmino è stato considerato un “ras” incontrastato del territorio collinare della città. Il suo potere criminale è rimasto saldo fino al 2022, quando un’operazione delle forze dell’ordine colpì duramente il clan Cimmino-Caiazzo. Fu allora che, dopo l’arresto, l’ex boss decise di collaborare con la magistratura, aprendo uno squarcio su dinamiche e affari della camorra napoletana, portando a nuove ordinanze e arresti.