Terra dei Fuochi, la Cassazione restituisce beni per 220 milioni ai Pellini di Acerra

di Redazione

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio il decreto di confisca emesso dalla Corte di Appello di Napoli e relativo al patrimonio del valore di oltre 200 milioni di euro dei tre fratelli Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini, imprenditori del settore rifiuti condannati con sentenza definitiva per traffico illecito di rifiuti e ritenuti tra i responsabili dell’inquinamento dell’area di Acerra, comune dell’hinterland napoletano compreso nella cosiddetta Terra dei Fuochi. I beni dovranno essere ora restituiti ai Pellini. – continua sotto –

Titolari di una società che si occupava di rifiuti nella zona di Acerra a nord di Napoli, Salvatore, Cuono e Giovanni Pellini sono stati condannati a 7 anni di reclusione nel 2017 (in via definitiva) per disastro ambientale. Grazie ai benefici e all’indulto, però, hanno scontato poco più di qualche mese di galera. L’accusa era pesante: aver sversato nelle campagne di Acerra rifiuti pericolosi. Per la giustizia penale i conti sono chiusi, i fratelli Salvatore, Cuono e Giovanni Pellini sono stati condannati a 7 anni di reclusione nel 2017 in via definitiva, ma grazie ai benefici ed all’indulto, hanno scontato solo qualche mese di galera.

A questa condanna è seguita da parte degli avvocati degli imprenditori una richiesta di dissequestro, arrivata in cassazione e la cui sentenza a loro favorevole ha già scatenato proteste. Alla Suprema Corte si erano infatti rivolti i difensori dei tre imprenditori, gli avvocati Francesco Picca, Stefano Preziosi e Paola Tafuro, che avevano chiesto ai giudici della Cassazione di dichiarare l’inefficacia del decreto di confisca emesso dalla Corte di Appello di Napoli il 19 giugno del 2023 perché affetto da vizio di tardività, in quanto preso oltre il termine di 18 mesi prescritto per emettere un provvedimento di secondo grado.

Libera: “Ferita al cuore della giustizia sociale” – “L’annullamento della confisca dei beni ai fratelli Pellini, per puro vizio di forma, è una ferita aperta al cuore della giustizia sociale ed ambientale di questo Paese. Questi criminali, a causa dei loro affari illegali, hanno inquinato e fatto ammalare donne, bambini e anziani. Siamo feriti dalla notizia di questa mattina e crediamo che bisogna trovare necessariamente una nuova strada per rendere giustizia ai nostri territori contro chi li ha devastati. Auspichiamo pertanto che il ministro della Giustizia Nordio si faccia carico di questa vicenda che ha dell’incredibile. Va trovata subito un’altra strada. Va risarcita un’intera comunità che sta pagando con la propria vita e sulla propria pelle gli affari criminali di questi imprenditori”. Così in una nota il referente regionale campano di Libera, Mariano Di Palma.  – continua sotto –

Costa: “Vicenda terribile” – “Oltre 200 milioni di euro torneranno nelle disponibilità di quella famiglia che ha avvelenato l’area di Acerra trasformandola in una discarica di rifiuti di ogni tipo. Usare la parola scandalo non basta, mostrare tutta la rabbia che sale per l’ingiustizia non è sufficiente a spiegare ciò che stiamo provando tutti noi che con questa storia abbiamo combattuto per anni. Il dissequestro avviene perché c’è stato un difetto nella trasmissione degli atti. Un ritardo che non ha spiegazioni. Ma dovrà darle, il ministro della Giustizia Nordio: dovrà darle in Parlamento e a lui rivolgeremo una interpellanza urgente. Chiederemo che gli ispettori facciano luce su questa vicenda opaca. Nessuna ombra dovrà permanere, nessun dubbio su connivenze e ritardi a orologeria”. Così il vicepresidente della Camera Sergio Costa (M5S).

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