Drogato e senza patente travolse e uccise coniugi nel Napoletano: inflitta condanna record

di Redazione

Dodici anni e otto mesi di reclusione. Il giudice del Tribunale di Nola, Raffaele Muzzica, ha pronunciato una sentenza di condanna “record” per il reato di omicidio stradale, con tutte le aggravanti del caso. – continua sotto –

Si tratta di Gaetano De Lucia, 40 anni, di Acerra (Napoli): l’automobilista che il primo ottobre del 2023, poco dopo l’una di notte, mentre percorreva via Volturno alla guida di una Opel Astra, all’uscita di una curva anche a causa della velocità eccessiva (almeno 65 chilometri all’ora a fronte del limite di 50), ha perso il controllo della vettura invadendo completamente la corsia opposta e distruggendo una famiglia.

Nel terribile impatto frontale con la Fiat Seicento che sopraggiungeva nella direzione contraria, infatti, hanno perso la vita il conducente Pellegrino Losco, 65 anni, deceduto sul colpo e la compagna Rachele Iannone, 45 anni, spirata poco dopo il suo arrivo, in condizioni disperate, alla casa di cura Villa dei Fiori. Gravemente feriti, con pesanti postumi invalidanti oltre che orfani, i loro due figlioletti, una bambina e un bambino di nove e tre anni.

De Lucia doveva rispondere anche di fuga e omissione di soccorso, essendo fuggito dal luogo del sinistro (si sarebbe costituito ai carabinieri solo un’ora e mezza dopo), e di guida in stato di alterazione psicofisica, essendo risultato positivo all’assunzione di sostanze stupefacenti, cocaina, oltre che all’alcool con un tasso alcolemico di 0,73 g/l contro il limite di 50, anche se di poco al di sotto della soglia (0,8) che fa scattare l’illecito non solo amministrativo ma anche penale. Inoltre, non era in possesso della parente di guida e la sua vettura è pure risultata sprovvista di copertura assicurativa. – continua sotto –

Dopo una camera di consiglio durata oltre tre ore, il giudice ha pronunciato la dura condanna che va anche ben oltre i nove anni richiesti dal pubblico ministero, e che apre le porte del carcere al responsabile dell’immane tragedia.

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