Mondragone, Ambc: “Il Comune conferisca cittadinanza onoraria a Julian Assange”

di Redazione

Mondragone (Caserta) – L’Ambc – Associazione Mondragone Bene Comune propone al Consiglio comunale di Mondragone di conferire, alla stregua di quanto avvenuto a Napoli, Roma e in altre città, la cittadinanza onoraria a Julian Assange, il giornalista australiano, fondatore di WikiLeaks, detenuto dal 2019 nel carcere di massima sicurezza londinese di Belmarsh, che rischia 175 anni di prigione per le accuse di reato di complicità nell’hackeraggio di file del Pentagono e violazione della legge sullo spionaggio. – continua sotto –  

Riceviamo e pubblichiamo: «Julian Assange è, come noto, un giornalista e attivista australiano, pioniere dell’informazione digitale e del diritto d’accesso alla conoscenza, cofondatore e caporedattore dell’organizzazione divulgativa WikiLeaks, organizzazione di fama internazionale e senza scopo di lucro, che ha permesso ai mass media e all’opinione pubblica globale di accedere a documenti importanti e rilevanti informazioni. Attualmente Julian Assange è richiuso in un carcere di massima sicurezza di Belmarsh, Regno Unito, con misure restrittive particolarmente severe, ma rischia di essere estradato negli Usa dove potrebbe essere condannato a 175 anni di carcere con l’accusa di aver svelato i crimini di guerra commessi dagli Stati Uniti in Afghanistan e Iraq in base a documenti coperti da Segreto di Stato.

E ciò in barba alle decisioni della Corte Suprema Usa e della Corte Europea dei Diritti Umani che hanno stabilito che è del tutto legittimo (cioè, non è reato) rivelare segreti di Stato quando ciò è nell’interesse generale. Altrimenti, se non fosse per questa possibilità, qualsiasi regime potrebbe nascondere impunemente i suoi misfatti, ponendoli sotto il Segreto di Stato. La sua battaglia è quindi la lotta per la libertà di espressione, una libertà sempre più minacciata dalla disinformazione dilagante e da un controllo dell’opinione pubblica attraverso strumenti manipolativi sempre più sofisticati e nelle mani di governi, oligarchi e corporazioni monopolistiche.

Domani e dopodomani, 20 e 21 febbraio, si terrà a Londra, davanti all’Alta Corte, una gigantesca manifestazione per la libertà di Julian Assange e contemporaneamente, in 58 città del mondo, i sostenitori di Assange si riuniranno davanti alle rappresentanze diplomatiche britanniche o statunitensi gridando “Free Assange”. Anche in Italia ci saranno numerose manifestazioni: www.stellaassange.com  – continua sotto –  

In un’accorata lettera aperta di qualche tempo fa la madre di Julian Assange scriveva: “Cinquant’anni fa, quando ho partorito per la prima volta come giovane madre, pensavo che non ci potesse essere dolore più grande, ma l’ho dimenticato presto quando ho tenuto tra le braccia il mio bellissimo bambino. L’ho chiamato Julian. Ora mi rendo conto che mi sbagliavo. Esiste un dolore più grande. L’incessante dolore di essere la madre di un giornalista pluripremiato che ha avuto il coraggio di pubblicare la verità sui crimini governativi di alto livello e sulla corruzione. Il dolore di vedere mio figlio, che ha cercato di pubblicare importanti verità, infangato a livello globale.”

Checché ne dicano i suoi detrattori, Assange non sottraeva affatto, con mezzi illeciti, i documenti scottanti che pubblicava sul suo sito WikiLeaks. Sono state, invece, le sue fonti a portargli spontaneamente le prove degli scandali governativi o aziendali di cui venivano a conoscenza. E l’hanno fatto in quanto Assange ha saputo garantire la protezione assoluta delle loro identità, tramite algoritmi crittografici di sua invenzione che neanche la Cia o la Nsa sono riusciti a penetrare. Così, invece di correre appresso alle notizie, Assange se le faceva consegnare volontariamente dalle sue fonti: un vero capovolgimento di paradigma del giornalismo investigativo. E ha fatto tutto ciò con l’unico scopo di tutelare il nostro diritto di sapere quello che fanno realmente i nostri governanti in nostro nome. Il co-fondatore di Wikileaks teme, come riportato da Charles Glass che poco tempo fa gli ha fatto visita in carcere (Il Manifesto del 6 gennaio 2024), che la sua detenzione, la persecuzione del governo statunitense e il blocco ai finanziamenti del sito abbiano spaventato i potenziali informatori.

L’Associazione Mondragone Bene Comune, sulla scorta delle tantissime iniziative che da tempo si vanno sviluppando nel nostro Paese a sostegno di Julian Assange – non ultima quelle della città di Napoli e della città di Roma– e aderendo all’appello lanciato da molte figure della società civile internazionale come il Premio Nobel per la Pace, Adolfo Pérez Esquivel propone al Consiglio comunale di Mondragone (e a tutti i Comuni della provincia di Caserta) di valutare la possibilità di conferire la cittadinanza onoraria a Julian Assange. – continua sotto –  

Qualcuno potrebbe obiettare: ma con tanti problemi che abbiamo, dobbiamo perdere tempo ad occuparci di queste cose? E poi, per le sorti di Julian Assange che vuoi che possa significare la cittadinanza onoraria di Mondragone? Una Città e il proprio Consiglio comunale non possono occuparsi esclusivamente di gestione e di amministrazione (e anche su questi compiti, per la verità, il nostro Consiglio comunale risulta alquanto deficitario). Hanno anche il dovere di prendere posizione e di difendere valori, principi e ideali, soprattutto se attengono alla libertà e alla democrazia. E non c’è vera democrazia senza libertà d’espressione e di stampa. Ancora oggi siamo orgogliosi delle iniziative (2 tra le tante) del nostro consigliere Giampolo Romano della Lista Civica e Verde che all’epoca- oltre 30 anni fa- propose il conferimento della cittadinanza onoraria a Nelson Mandela e ottenne dal Comune di Mondragone un contributo economico a favore di Radio Radicale.

E sappiamo che quelle due iniziative non sono state vane. Sia le iniziative di allora che quella che – in continuità –  proponiamo oggi servono a posizionare la nostra Città a difesa dei diritti di libertà e giustizia, servono a schierarci dalla parte di coloro (ovunque essi siano) che lottano per la difesa della democrazia, anche a costo della propria vita, servono a confermare che la conoscenza rappresenta un elemento fondante di costruzione dello Stato di diritto e che il “diritto alla conoscenza”, una delle tante grandi idee e battaglie del compianto Marco Pannella, è un diritto che spetta a tutti gli individui e che permetterebbe loro di conoscere perché gli Stati hanno fatto determinate scelte politiche. Un diritto che va esercitato anche a livello locale per salvare la nostra democrazia municipale, che vive oggi una delle sue stagioni più buie».

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