Israele, salgono a 800 i morti dopo attacco di Hamas: è assedio totale su Gaza

di Redazione

Sarebbero 800 i morti a seguito dell’attacco lanciato sabato da Hamas contro Israele. Lo riporta il Times of Israel sulla base di rapporti di stampa dei media locali non ancora confermati dalle autorità. Solo al rave attaccato vicino al confine con la Striscia di Gaza si contano 260 morti. Mentre 436 sono i palestinesi morti, tra cui 91 bambini e 61 donne, e 2.271 feriti il bilancio della rappresaglia israeliana contro la Striscia. Lo rende noto il ministero della Sanità della Striscia di Gaza. – continua sotto – 

Hamas ha rivendicato di avere preso in ostaggio oltre 100 israeliani durante la sua incursione di sabato, mentre la Jihad islamica ha detto di averne rapiti una trentina. L’alto esponente del movimento islamico palestinese, Musa Abu Marzouk, ha aggiunto che tra gli ostaggi ci sono anche alti funzionari israeliani. Quattro ostaggi israeliani ed i loro rapitori appartenenti alle Brigate Ezzedin Al Qassam sono stati uccisi nei raid condotti la scorsa notte dallo Stato ebraico sulla Striscia di Gaza. Lo riferiscono i media arabi.

Israele imporrà ”un assedio totale” alla Striscia di Gaza, interrompendo la fornitura di gas, acqua e carburante, in risposta all’attacco sferrato sabato da Hamas e ancora in corso. Lo ha annunciato, secondo le ultime news di oggi, 9 ottobre, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. Verrà tagliata l’elettricità e bloccato l’ingresso di cibo e carburante nell’enclave palestinese, ha spiegato il ministro. “Ho ordinato un assedio completo della Striscia di Gaza. Non ci sarà elettricità, né cibo, né carburante, tutto è bloccato. Stiamo combattendo contro animali e agiamo di conseguenza”, ha dichiarato Gallant.

I bombardamenti sono ancora in corso nella Striscia di Gaza. A farlo sapere sono le Forze della difesa israeliana che questa mattina hanno fatto sapere di aver colpito 800 obiettivi nelle ultime 20 ore: “L’obiettivo è quello di distruggere le capacità del gruppo terroristico di Hamas”. Nel frattempo sono stati mobilitati circa 300mila riservisti in risposta all’attacco di Hamas, ha confermato un portavoce militare. – continua sotto – 

Nel nord di Israele intorno alle 13 hanno suonato le sirene di allarme mentre si teme un allargamento del conflitto sul fronte nord, al confine con il Libano, riferisce il sito di notizie israeliano Ynet. Combattimenti sono in corso a Be’eri, Kfar Aza, Nirim e Alumim, ha precisato Hagari. Alcuni terroristi impegnati negli scontri si trovavano in Israele dopo l’attacco preliminare di sabato, mentre altri hanno attraversato il confine negli ultimi due giorni. Tra gli obiettivi colpiti nelle ultime ore ci sono diversi posti di comando, un edificio che ospita agenti di Hamas, un centro di comando utilizzato da un alto funzionario delle forze navali di Hamas, una ”risorsa operativa utilizzata da Hamas” situata all’interno di una moschea a Jabaliya e una risorsa utilizzata dal gruppo terroristico per l’intelligence.

Iran respinge accuse – “Le accuse legate a un ruolo iraniano” si “basano su ragioni politiche”. Si è espresso così il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Nasser Kanani, in dichiarazioni riportate da al-Jazeera dopo le accuse contro Teheran seguite all’attacco di Hamas in Israele. La missione dell’Iran presso le Nazioni Unite ha negato il coinvolgimento di Teheran nell’attacco sferrato da Hamas nel sud di Israele. “Siamo fermamente a sostegno incondizionato della Palestina. Tuttavia non siamo coinvolti nella risposta della Palestina, poiché viene presa esclusivamente dalla Palestina stessa”, ha affermato la missione iraniana delle Nazioni Unite. La missione iraniana ha inoltre affermato che “le misure adottate dalla Palestina costituiscono una difesa del tutto legittima contro settant’anni di occupazione oppressiva e crimini atroci commessi dall’illegittimo regime sionista”.

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