Venti di guerra in Nagorno-Karabakh: l’Azerbaigian lancia “operazione antiterrorismo”

di Redazione

L’Azerbaigian ha lanciato una “operazione antiterrorismo” nel territorio del Nagorno-Karabakh, con il dichiarato obiettivo di “ripristinare l’ordine costituzionale”, formula che sembra sottendere il recupero dell’intero controllo della regione caucasica che l’Onu riconosce come territorio azero ma che è abitata essenzialmente da armeni. A seguito degli attacchi sarebbero stati uccisi due civili, tra cui un bambino, e 11 feriti (compresi 8 minori). Lo rendono noto le autorità separatiste di Stepanakert, capitale del Nagorno-Karabakh (Artsakh in armeno), che hanno quindi chiesto alle autorità azere di mettere fine alle ostilità e “sedersi al tavolo dei negoziati per risolvere la situazione attuale”. – continua sotto –

L’attacco militare arriva dopo mesi di tensione attorno all’enclave armena in Azerbaigian, per la quale Erevan e Baku si sono già affrontate in due guerre, dopo il crollo dell’Urss ai primi degli anni novanta, e nuovamente nel 2020. Dallo scorso dicembre, l’Azerbaigian aveva di fatto bloccato il corridoio di Lachin, unica via di collegamento fra il Nagorno Karabakh e l’Armenia mettendo a rischio il rifornimento di beni essenziali per gli abitanti di questa enclave. Baku, riferisce la Bbc, accusa le forze armene di aver “sistematicamente bombardato” posizioni dell’esercito dell’Azerbaigian e di aver quindi risposto con “una azione locale anti terrorismo per disarmare e assicurare il ritiro di formazioni dell’esercito armeno dal nostro territorio”.

L’attacco avviene dopo che Erevan ha più volte accusato la Russia, a lungo potenza protettrice dell’Armenia, di non tutelare più la sua sicurezza. Il ministero della Difesa armeno ha inoltre definito “fake news” le accuse mosse dall’Azerbaigian di mantenere una presenza militare nel Nagorno-Karabakh. “Le note ufficiali e i mass media azeri continuano a diffondere dichiarazioni false affermando che nel Nagorno-Karabakh ci sono unità delle forze armate della Repubblica di Armenia, attrezzature militari e personale. Il ministero della Difesa della Repubblica d’Armenia ha ripetutamente affermato che la Repubblica d’Armenia non ha un esercito nel Nagorno-Karabakh”, si legge nella nota.

Armenia condanna intervento – Per gli indipendentisti filo-armeni della regione, che riferiscono di attacchi con missili e artiglieria pesante, si tratta di una violazione del “regime di cessate il fuoco lungo l’intera linea di contatto”. Il ministero degli Esteri armeno ha “condannato fermamente l’aggressione”, aggiungendo che si tratta di una “continuazione dell’uso della forza su larga scala contro il Nagorno-Karabakh del 2020” e chiedendo “l’intervento dell’Onu e parlato di pulizia etnica”.

Baku: “Vicini al raggiungimento degli obiettivi” –  Secondo l’assistente del presidente dell’Azerbaigian, Hikmet Hajiyev, gli obiettivi dell’operazione militare sarebbero “prossimi a essere raggiunti. Gli obiettivi militari che avevamo identificato in precedenza sono già stati neutralizzati. In seguito, come previsto, le operazioni continueranno in modo mirato, su scala più limitata”. Il ministero degli Esteri azero ha quindi affermato che la via per raggiungere la pace è la garanzia del ritiro completo delle forze armate armene dal territorio.

Tajani: “Serve soluzione diplomatica” – “Alla luce delle tensioni in atto, a New York ho voluto incontrare il ministro degli Esteri azero Jeyhun Bayramov sottolineando la necessità di dialogo e moderazione per trovare una soluzione diplomatica nel Nagorno Karabakh. L’Azerbaigian è un partner importante: lavoriamo insieme anche contro i trafficanti di esseri umani”. Lo scrive su X il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Borrell: ” Azerbaigian fermi violenza” – A chiedere il cessato il fuoco è anche l’Ue che condanna l’escalation militare. L’Unione europea in particolare deplora la perdita di vite umane causata da questa escalation. Chiediamo la cessazione immediata delle ostilità e che l’Azerbaigian interrompa le attuali attività militari. Lo scrive in una nota l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell.

Cremlino: “Invitiamo Azerbaigian e Armenia ad abbandonare uso della forza” – La Russia esorta Armenia e Azerbaigian ad aderire agli accordi trilaterali sul Nagorno-Karabakh, abbandonando l’uso della forza. Lo ha detto nel corso di una conferenza stampa il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov. “L’unica base sostanziale sono i documenti trilaterali di due e tre anni fa, che sono stati firmati tra la leadership Russia, Armenia e Azerbaigian, quindi invitiamo tutti a seguire le disposizioni di questi documenti”, ha affermato Peskov, commentando l’odierna “operazione antiterrorismo” avviata da Baku nella regione. Il portavoce russo ha osservato che l’opportunità di raggiungere una soluzione diplomatica al conflitto “esiste ancora”. “La cosa principale è convincere sia Erevan che Baku ad abbandonare l’uso della forza e mettersi al tavolo dei negoziati”, ha detto Peskov.

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