Carcere Santa Maria CV, intercettato drone che trasportava telefono e droga

di Redazione

Un’importante operazione di servizio condotta dal Reparto di Polizia Penitenziaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere, nel Casertano, che ripropone l’allarme lanciato mesi fa dal Sappe – Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria sull’uso, da parte della criminalità, di droni per fare pervenire nelle strutture detentive telefonini e droga. – continua sotto –

La denuncia è di Vincenzo Berrini, dirigente sindacale per la Campania del Sappe, che dà notizia di quanto avvenuto nelle ultime ore: “I colleghi della Polizia Penitenziaria del turno notturno tra venerdì e sabato hanno sentito, verso le 0.30, presso il Reparto detentivo Volturno sentivano il rumore di un drone e riuscivano a vedere dove stava andando, riuscendo a farlo cadere. L’aeromobile a pilotaggio remoto aveva legato una lenza di nylon di circa 60 metri con una busta contenente quattro panetti di hashish, circa due etti, e uno smartphone”.

Per Berrini, questo ultimo evento “conferma tutte le ipotesi investigative circa l’ormai conclamato fenomeno di traffico illecito a mezzo droni, fenomeno questo favorito anche dalla libertà di movimento dei detenuti a seguito del regime custodiale aperto e delle criticità operative attuali, in cui opera la Polizia Penitenziaria, con dei livelli minimi di sicurezza. Il compiacimento del Sappe va al personale del Reparto di Polizia Penitenziario di S. Maria Capua Vetere”.

Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, nel ricordare il grave evento critico di Frosinone, avvenuto tempo fa, ove fece ingresso in Istituto una pistola con le stesse modalità, ricorda una richiesta storica del primo sindacato del Corpo: “Io credo che la Polizia Penitenziaria debba disporre di un Nucleo di poliziotti penitenziari specializzati ed esperti nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che dissuasiva dei fenomeni di violazione degli spazi penitenziari o di introduzione di materiale illecito di qualsiasi natura. Per altro, i droni si prestano bene alla ricognizione delle aree vicine ad un carcere e possono fornire valido aiuto: pensiamo, ad esempio, in caso di evasione giacché consentono velocemente di rilevare e monitorare ampi spazi senza essere visti. Ovviamente, al drone si devono accompagnare strumenti di ultima generazione, ad esempio software in grado di utilizzare i frame dei video mandati alle centrali operative e, soprattutto, una formazione specializzata per il personale”.

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