Santanchè: “Campagna di odio contro di me, mai ricevuto avvisi di garanzia”

di Redazione

Afferma “sul suo onore” di non essere stata raggiunta “da alcun avviso di garanzia e che anzi per escluderlo ha chiesto ai suoi avvocati di verificare che non ci fossero dubbi”. Durante l’informativa nell’Aula del Senato, in riferimento ad una puntata di “Report” su presunte irregolarità delle aziende Visibilia e Ki Grou, Daniela Santanché, ministro del Turismo, sostiene, inoltre, che “contro di me è in atto una strumentalizzazione politica. Sono qui per difendere il mio onore e quello di mio figlio. Sono qui per il rispetto che deve a questo luogo e ai cittadini che rappresentiamo”. “Ho preferito non fare pesare al governo le conseguenze di una campagna di vero e proprio odio nei miei confronti”, aggiunge. – continua sotto – 

Dalla stampa arrivano “pratiche sporche e schifose che oggi toccano me e domani potrebbero toccare anche a comuni cittadini”, ha detto la ministra, sottolineando che “un quotidiano, il ‘Domani’, stamattina snocciola informazioni senza indicare alcuna fonte. O questo giornale mente, in una classica imboscata per colpire un ministro del governo, oppure prendo in considerazione questa ipotesi, che ripete vicende passate nella storia, oppure il ‘Domani’ ha avuto notizia che io non ho, e che nessuno potrebbe avere”.

“Se avessi ricevuto un mai arrivato avviso di garanzia ve lo avrei detto, perché per me non sarebbe cambiato nulla di una virgola: né la mia fiducia nella magistratura né le mie convinzioni sulla mia vicenda”, rimarca il ministro, ricordando che “ho impegnato tutto il mio patrimonio per salvare le aziende, sfido a trovare qualcuno che faccia lo stesso”. “Gli appunti mossi a Ki Group negli anni 20-22, esulano dal mio impegno. Su Visibilia non sono raggiunta a ora da alcun avviso di reato, men che meno da alcun rinvio a giudizio, che potrebbe muovere critiche al mio operato politico”.

“Ringrazio per la solidarietà i ministri e la presidente del Consiglio”, dice ancora in Aula il ministro. “Oggi più che darvi risposte – continua – sono io che dovrei chiedervi con forza delle risposte. Qualcuno dovrebbe dare a me delle risposte. E vi chiedo: è normale che un ministro della Repubblica legga che, secondo un giornale, sarebbe indagato?”. “Sono qui per bloccare la strumentalizzazione politica” che è stata fatta su questa vicenda, “voglio difendere l’onore mio e di mio figlio. Sono qui per rispondere a qualsiasi domanda, non siate nervosi…”, dice, rivolgendosi ai banchi delle opposizioni. – continua sotto – 

Santanchè ribadisce poi che “non ho mai avuto partecipazione nel settore dell’alimentare biologico, come molti media hanno raccontato, la mia partecipazione in Ki Group non ha mai superato il 5%”. “Non mi sono mai appropriata di nulla che non mi appartenesse e non ho mai abusato delle posizione apicali nelle aziende. Sfido chiunque a dimostrare il contrario”, puntualizza. “A fronte delle notizie di compensi stratosferici da Ki Group, nel triennio 19-20-21 ho incassato una media di 9mila euro l’anno, 27mila lordi in totale”. “I lavoratori dipendenti verranno soddisfatti in tutti i diritti di credito, come previsto dal concordato”, dice ancora.

C’è stato un “unico intervento professionale da parte dello studio La Russa”, puntualizza Santanchè, ricordando che “non ho più alcuna partecipazione azionaria”. “All’interno di Visibilia Spa vi era un dipendente part time, per il quale sono accusata di avere ricevuto la cassa integrazione, io sono certa che quella dipendente non ha mai messo piede in Visibilia da quando è finita in cassa integrazione”. “Nessuna questione relativa alla cassa integrazione è mai stata sollevata da alcun dipendente di Visibilia”.

“Sono fiera di aver dato lavoro a tante persone”. Dopo la crisi del Covid “molti imprenditori – sottolinea – hanno lottato per tenere in piedi le loro aziende, così come ho fatto io. Io credo nelle cose che faccio: non mi sono mai nascosta e ho messo in gioco l’intero mio patrimonio personale”, rivendica l’esponente di Fdi che poi chiede: “E’ normale che un giornalista scriva cose secretate e ignote a me e ai miei avvocati? Ci scandalizziamo per come mi vesto, per dove abito, e chiudiamo gli occhi davanti a questa sporca pratica?”.

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