Studenti transgender, Fdi scrive a liceo: “Cambiare nome è reato, stop a carriera alias”. Preside: “Irricevibile”

di Redazione

“Abolire” la “carriera alias”, ossia il percorso introdotto per consentire agli studenti transgender di sostituire il nome anagrafico assegnato alla nascita in base al sesso biologico. Lo sostengono due esponenti di Fratelli d’Italia, delegati a “Istruzione” e “Famiglia e valori non negoziabili”, Anita Menegatto e Andrea Barbin, in una mail indirizzata alla dirigente scolastica del liceo “Marco Polo” di Venezia, che da tempo attua percorsi di inclusività. – continua sotto –

Nel testo prima si richiamano alcuni articoli del Codice civile e del Codice penale, in particolare quelli di falsità ideologica e sostituzione di persona, poi si ritiene “inopportuno che la scuola si faccia carico di inserire la carriera alias nel Piano triennale dell’offerta formativa (Ptof), un progetto puramente ideologico che non ha scopo di inclusione bensì porterebbe solamente ad ulteriore confusione nei ragazzi e negli istituti”.

La preside: “Richiesta irricevibile” – Per la dirigente Maria Rosaria Cesari “è inaccettabile che un partito politico entri a gamba tesa nella vita della scuola indicando cosa deve o non deve essere inserito nel piano dell’offerta formativa, scelta che appartiene all’ambito di competenza del Collegio dei docenti e del Consiglio di istituto”. “Prima di mandare un documento ad un dirigente scolastico poi dovrebbero capire di cosa parlano. La carriera alias da noi c’è dal 2021 ed è stata approvata all’unanimità delle componenti del consiglio di istituto”, spiega ancora la dirigente che racconta di come il suo istituto da tempi si batta per l’inclusività degli studenti. “In una scuola pubblica un partito politico non può permettersi di dire una cosa del genere – continua Cesari – questa volta ho sentito l’esigenza di scrivere ai miei docenti per chiarire la posizione del nostro istituto. Come ho scritto nella circolare ritengo sia da stigmatizzare un comportamento che mette nel mirino l’autonomia delle scelte scolastiche. Mi hanno scritto in molti, per dimostrarmi il loro appoggio”.

Insegnanti a difesa della carriera alias – Tutto il corpo docente ha difeso la carriera alias nel proprio istituto, attraverso un comunicato stampa: “La questione – così riporta Orizzonte Scuola – riuarda la scelta, compiuta all’unanimità dal nostro Consiglio d’Istituto, di adottare il Regolamento ‘Carriera Alias’. Non è stata una scelta della Dirigenza, ma condivisa da tutte le componenti che animano la vita della nostra scuola: alunni, docenti, genitori. Una scelta quindi compiuta all’unanimità negli organismi deputati, perché il ‘Marco Polo-Liceo Artistico’ sta lì dove la politica non sta più: dove la vita si intreccia con le istituzioni, dove il desiderio si rapporta con le regole, dove l’esclusione diventa opportunità e l’inclusione una pratica reale e quotidiana e dove per questo la rivendicazione della propria identità diventa energia per creare una comunità e non è una semplice affermazione di sé stessi”. – continua sotto –

La carriera alias –  La carriera alias è un protocollo che offre la possibilità di comparire nella burocrazia interna di un ente o di un’azienda con il nome che corrisponde alla propria identità di genere anche se diversa da quello anagrafico, senza che questo incida sui riferimenti legali. La modifica ha valore solo nel circuito che adotta il protocollo. Lo scopo è quello di evitare alle persone che sono in un percorso di transizione il disagio di venire quotidianamente menzionate con il loro deadname, un anglicismo che indica il nome nel quale una persona trans o non binaria non si riconosce più. “Nome morto”, appunto.

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