Aversa, sicurezza sul cantiere igiene urbana: operatori incontrano l’assessore Caterino

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – «Ci recheremo al Comune per incontrare l’assessore all’Ambiente Elena Caterino» hanno annunciato in un comunicato i sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Fiadel. La data fissata per la protesta è quella del prossimo 23 dicembre. – continua sotto –

«Nonostante vari proclami, ai problemi già presenti sul cantiere – affermano – se ne sono aggiunti degli altri, ed è solo grazie al grande senso di responsabilità dei lavoratori che il servizio viene espletato regolarmente. I sindacati evidenziano come, a fronte di un servizio apparentemente buono, «ci sono lavoratori del cantiere di igiene urbana di Aversa che, nonostante tutte le difficoltà con la loro opera, non compiono solo un dovere, ma mostrano un incommensurabile senso di appartenenza al territorio».

Le organizzazioni sindacali contestano, in particolare «il regime imposto dall’azienda Tekra, per il quale, si va diffondendo un clima colmo di malcontenti e malumore dovuti principalmente ad un discutibile ed illegittimo metodo di organizzazione del lavoro, in quanto, secondo quanto riferito dai nostri associati alcune disposizioni appaiono alquanto discriminatorie, per notevoli squilibri con cui vengono ripartiti i carichi di lavoro e che coinvolgono, guarda caso, solo i nostri associati». Si parla, infatti di lavoratori sessantenni ai quali verrebbero affidati carichi di lavoro molto più pesanti rispetto ad alcuni giovani ai quali verrebbero affidati carichi più leggeri con il rischio di causare incidenti sul lavoro. In questo senso ricordano che il Comune, negli atti dell’attuale gara, aveva imposto all’azienda aggiudicatrice l’obbligo del rispetto de contratti collettivi nazionali di lavoro e di tutte le normative vigenti in materia di lavoro.

«Da non trascurare – si legge ancora – l’aspetto legato alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro, a causa dei disagi cagionati dall’azienda Tekra, per la scelta, a nostro avviso ingiustificata, di allestire il luogo di lavora in altro Comune e per giunta situati in aperta campagna, circondato da autorimesse ed altre attività che peraltro utilizzano materiali infiammabili». Infine, ricordano che: «l’azienda non fornisce locali adeguati a svolgere assemblee sindacali, ed i lavoratori, alla fine dell’incontro sindacale, non erano in condizioni di effettuare i cambi d’abito, tantomeno di effettuare le operazioni per la cura dell’igiene personale, in quanto gli spogliatoi sono sprovvisti di acqua potabile e di riscaldamento per cui sono dovuti rientrare alle proprie abitazioni con gli stessi abiti con cui hanno effettuato il servizio».

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