Terrorismo, arrestati in Campania 4 neonazisti: contatti col Battaglione Azov

di Redazione

Quattro persone gravemente indiziate di appartenere a un’associazione con finalità di terrorismo di matrice neonazista, suprematista e negazionista, sono state arrestate dalla Digos, dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e dal Servizio Polizia Postale e Comunicazioni nelle province di Napoli, Caserta e Avellino. Un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è stato notificato a Roma a una persona indiziata di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. Eseguite una trentina di perquisizioni personali domiciliari ed informatiche in tutta Italia. I quattro arrestati erano già stati perquisiti nel 2021. – continua sotto –  

GLI ARRESTATI – In carcere Maurizio Ammendola, 42 anni, di Maddaloni, in provincia di Caserta, ritenuto ideatore e fondatore dell’associazione Ordine di Hagal; Michele Rinaldi, 47 anni, residente in provincia di Avellino, vicepresidente dell’Ordine di Hagal e gestore di un canale Telegram; Massimiliano Mariano, 46 anni, di Castellammare di Stabia (Napoli), e Giampiero Testa, di 25 di Marigliano (Napoli), che si era avvicinato pericolosamente a gruppi nazionalisti di estrema destra ucraini. La misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è stata emessa nei confronti di un 36enne romano, che deve difendersi dall’accusa di propaganda di ideali neonazisti. Indagato anche un cittadino ucraino legato all’estrema destra che risulta rientrato nel suo paese d’origine.

“PROGETTAVANO ATTENTATO A CENTRO COMMERCIALE E CASERMA” – Secondo gli investigatori, il gruppo era impegnato in una “costante attività di addestramento paramilitare”. “Frequentava, all’estero, corsi di addestramento al combattimento corpo a corpo e con armi da fuoco, sia corte che lunghe”. Tra i piani dell’Ordine di Hagal c’era l’idea – non ancora messa in pratica – di organizzare un attentato alla caserma dei carabinieri di Marigliano, in provincia di Napoli, comune dove ha sede l’associazione neonazista. Nelle intercettazioni, Testa inneggiava al “potere bianco” e manifestava la sinistra intenzione di sferrare un attacco contro la caserma dei carabinieri di Marigliano, in provincia di Napoli. Il cittadino ucraino, invece, progettava di realizzare un attentato contro un centro commerciale della zona nolana.

CONTATTI COL BATTAGLIONE AZOV – Secondo quanto ricostruito dalle indagini, i componenti dell’associazione avevano “contatti frequenti” con formazioni ucraine “ultranazionaliste”, tra le quali il Battaglione Azov, Pravi Sector e Centuria. Questi rapporti venivano coltivati “verosimilmente in vista di possibili reclutamenti nelle fila dei citati gruppi combattenti”. In tal senso, uno dei dieci indagati nell’ambito dell’operazione è irreperibile e si trova attualmente in Ucraina, impegnato nella guerra contro la Russia. – continua sotto –  

“MORIRE PER LA CAUSA” – Nell’ordinanza del gip di Napoli, Federica De Bellis, si legge che per entrare a far parte dell’associazione ci fossero delle regole precise. Da “morire per la causa” fino a “preferire il suicidio alla delazione, al tradimento e alle confessioni di informazioni vitali per il movimento sotto tortura del nemico”. Gli inquirenti hanno trovato a casa di Gianpiero Testa un documento dal titolo “I valori fondamentali dell’ordine naturale di Hagal” e il “Questionario per l’ingresso nell’Ordine naturale di Hagal”. Chi voleva entrare nell’organizzazione doveva rispondere a ogni punto proposto, fra cui “Sopportare la tortura da parte del nemico a qualsiasi fine”, “Rinunciare alla possibilità di guadagnare soldi per arricchirsi o anche per una vita serena”, “Affrontare l’eventuale arresto o comunque gravi conseguenze legali senza mai tradire il Movimento”. L’iscrizione prevedeva il pagamento di un’apposita quota: 30 euro versati una tantum su una carta Postepay, prima di avviare un periodo di formazione e poter, poi, iniziare a scalare le gerarchie.

RITO IN CHIESA SCONSACRATA – In un file trovato sul computer del maddalonese Maurizio Ammendola, ritenuto presidente dell’Ordine, è descritto il complesso rituale iniziatico, chiamato “Patto sacro di Hagal”. Il rito si sarebbe dovuto svolgere a San Felice, borgo medievale abbandonato in provincia di Caserta, nello spiazzo antistante la chiesa sconsacrata. Gli adepti avrebbero dovuto sistemare un lenzuolo con il disegno del “sacro ed energetico simbolo di Hagal” e il “Sacro Sole Nero“, poi il “fondatore” avrebbe dovuto dare lettura di un testo esplicativo chiamato “Sistema iniziatico e rituale”. Tra il 2020 e il 2021 Ammendola e gli altri appartenenti alla formazione hanno aderito alle teorie no vax e hanno sfruttato “l’onda emotiva dei movimenti nati per contrastare le restrizioni anti Covid e la campagna vaccinale”. – continua sotto –  

ARRESTATI GIA’ PERQUISITI UN ANNO FA – I quattro arrestati erano già stati perquisiti nel 2021. La procura di Napoli e il sostituto procuratore Antonello Ardituro indagarono, allora, sull’associazione sovversiva e neonazista. Le perquisizioni del maggio 2021 furono disposte per neutralizzare alcuni eventi critici, ritenuti possibili dall’analisi di alcune intercettazioni. Da queste emergeva la disponibilità di armi e l’intenzione di programmare azioni violente. Il 19 ottobre 2021 erano state sequestrate munizioni, armi soft air, un lancia-granate, abbigliamento tattico militare e dispositivi informatici. Dall’analisi di questi ultimi è emerso un canale Telegram, denominato ‘Protocollo 4’: qui tenevano i contatti gli iscritti all’Ordine di Hagal, diffondendo e propagandando teorie naziste, negazioniste della Shoah, violente e suprematiste. IN ALTO IL VIDEO

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