Scambio elettorale politico-mafioso a Bari e Valenzano: 19 arresti

di Redazione

19 persone arrestate di oggi da carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza, poiché considerate componenti di un’associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, associazione di tipo mafioso, estorsione, associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale e allo scambio elettorale politico-mafioso. È quanto accertato dalle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari. – continua sotto –  

Gli arrestati – di cui 17 in carcere e 2 ai domiciliari – risiedono nelle province di Bari, Taranto e Palermo. Tra i destinatari delle ordinanze cautelari la 44enne consigliera comunale di Bari Francesca Ferri, capogruppo di “Italia popolare”, e Nicola Canonico, imprenditore e presidente del Foggia calcio, in passato consigliere pugliese e comunale a Bari. Entrambi sono stati ristretti ai domiciliari.

Due filoni investigativi – Le indagini riguardano un presunto scambio elettorale politico-mafioso per le elezioni amministrative di Bari e di Valenzano del 2019. Sono due i filoni investigativi confluiti nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Bari. Il primo, portato avanti dai carabinieri della compagnia di Triggiano, ha riguardato una banda che operava sul territorio di Valenzano (Bari), considerata dai militari “propaggine del noto e storico clan Parisi”. La seconda tranche dell’inchiesta, invece, ha visto impegnate Squadra mobile e Digos, oltre al Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Bari, su un episodio di presunto scambio elettorale politico-mafioso. In questo secondo filone anche l’ipotesi di un sodalizio “finalizzato al reato di corruzione elettorale”.

Elettori reclutati con paghe da 25 a 50 euro – “Una organizzazione di selezione e reclutamento di elettori, con acquisizione di voti mediante corresponsione di somme di denaro dai 25 ai 50 euro, per ogni singolo voto, in favore di una candidata di una lista civica alla carica di consigliere comunale. Candidata che poi è stata eletta”. Lo ha detto il procuratore aggiunto della Dda, Francesco Giannella, nel corso della conferenza stampa. L’inchiesta della Dda barese ha rivelato quanto accaduto nel 2019 in occasione delle Amministrative di Bari (a maggio) e Valenzano (novembre). “Si è accertata, secondo l’impostazione accusatoria e in relazione al Comune di Bari, che sarebbe costituita una associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale”, ha aggiunto il procuratore. Il riferimento è alla consigliera comunale barese Francesca Ferri, eletta in Consiglio comunale tra le forze di opposizione nella lista “Sport Bari – Di Rella sindaco” e finita oggi ai domiciliari. Sarebbe stato il suo compagno e fondatore della lista ad aver “garantito che i famosi voti compravenduti, fossero di volta in volta pagati”, ha aggiunto il pm Michele Ruggiero. – continua sotto –  

Il compagno della consigliera arrestato oggi avrebbe avuto “rapporti di frequentazione con elementi di spicco della criminalità organizzata locale – ha continuato Giannella – e con una associazione della quale fa parte il noto imprenditore locale, già consigliere comunale di Bari dal 2004 al 2009, attuale presidente della società sportiva Foggia”, Nicola Canonico, anche lui agli arresti domiciliari. “Oltre a loro, sono stati individuati altri 7 soggetti” con il ruolo di “portatori di voti” ovvero con “il compito di contattare e reclutare il maggior numero di votanti da cui avrebbero comprato i voti”, ha proseguito Giannella. Nell’ordinanza il gip sottolinea la “particolare abilità mostrata nel congegnare un sistema articolato, avvalendosi di quello che” la consigliera comunale “non esiterà a definire uno staff, sostenendo che il meccanismo fosse stato già sperimentato in passato”.

Nei mesi successivi alle elezioni baresi, la coppia “si è attivata per le elezioni comunali di Valenzano: in questo caso è accertata la compresenza a questo iter criminoso, proprio del capo del clan”, ha sottolineato Giannella. Il vertice dell’organizzazione mafiosa avrebbe assunto l’impegno di procurare “voti della malavita”, così come vengono definiti in una intercettazione, “a favore di taluni candidati, a loro volta indicati dalla coppia, in cambio di ricevere utilità di vario genere, tra cui la modifica del piano regolatore comunale, per rendere edificabili terreni che erano di proprietà del capoclan e, in generale, vantaggi per la compagine criminale”. Il gip parla di “acclarata frequentazione di uno dei componenti della coppia con un capoclan di Valenzano, risultato legato da un lungo rapporto di concessione di prestito a usura al compagno della consigliera”. In una intercettazione, Ferri avrebbe messo in guardia il compagno sulla presenza di eventuali elettori “corrotti”, definiti “truffatori”. “Ci sono altri che fanno la foto e la girano – è quanto emerge da una intercettazione – A me così è successo alle regionali e fai discussione. Vedi le persone a che punto arrivano per fregarti?”. Nell’ordinanza è sottolineata la “totale assenza di freni” della consigliera nell’impostare il proprio stile di vita e viene menzionato un episodio che manifesta “un assoluto disprezzo delle più elementari regole del vivere civile” perché all’indomani della sua elezione ha autorizzato l’abbandono di una grande quantità di rifiuti prodotti da una festa organizzata il 31 maggio a casa sua, in un’area posta all’uscita di Bari alto, in zona Casamassima, che lei stessa chiamava isola sentendosi legittimata a non rispettare le regole in ragione di una asserita condizione di potere. “Noi – diceva – comandiamo più a Casamassima che a Valenzano”. – continua sotto –  

Rossi: “Grave interferenza con meccanismi democratici” – “La gravità è il fatto che esiste una associazione a delinquere di stampo mafioso che ha il controllo del territorio sia sotto un profilo economico con il re- investimento dei soldi sia attraverso l’utilizzo della violenza e delle armi, intervenuto anche nei meccanismi democratici delle votazioni in sede comunale e questo è grave perché altera il processo democratico”. Lo ha detto, a margine della conferenza stampa, il procuratore capo di Bari, Roberto Rossi. Il gruppo criminale non era interessato solo “al traffico di stupefacenti”, ha spiegato Rossi ma “aveva una capacità di penetrazione da un punto di vista economico”. “Appare rilevante il passaggio in una intercettazione in cui” alcuni degli indagati “discutono sull’orientamento politico” e si chiedono “ma tu sei di destra, di sinistra?” la risposta intercettata è “non sono né di destra, né di sinistra, l’importante è fare affari”.

Caduta Amministrazione di Valenzano “studiata” – Per il procuratore Rossi, “era studiato il meccanismo dell’eventuale caduta dell’amministrazione” di Valenzano. “Il profilo non è solo corruttivo – ha ribadito Rossi – ma è criminalità organizzata che, in qualche modo, interferisce sulla democrazia”. In questo si è evidenziata una “omertà tale che l’unico sistema per intervenire – aggiunge il procuratore – sono le intercettazioni”. Il 13 settembre scorso dopo le dimissioni autenticate davanti a un notaio di 10 consiglieri su 16 – sia di maggioranza, sia di opposizione – è stato disposto lo scioglimento del Comune di Valenzano, facendo decadere l’amministrazione civica di centrosinistra guidata dal sindaco Giampaolo Romanazzi. Il prefetto di Bari, Antonia Bellomo, ha nominato il viceprefetto Paola Maria Bianca Schettini, come commissario prefettizio per la gestione dell’Ente. Invece, l’ex consigliere regionale Nicola Canonico, attuale presidente del Foggia Calcio, era “l’uomo che risolveva anche le piccole contese che insorgevano tra promotori e associati”, ha detto il magistrato della procura di Bari, Michele Ruggiero e ha continuato: “Era anche la persona che, da un punto di vista finanziario, garantiva la copertura dei debiti che venivano contratti per poter selezionare e reclutare i portatori di voto e per garantire che coloro che avevano il voto compravenduto, potessero avere il loro riconoscimento. Era la persona che sanava e preveniva i contrasti, che faceva incontri strategici”.

Ex sindaco di Valenzano: “Nostra comunità è perbene” – “Valenzano deve tornare alla normalità” perché “è una comunità di persone perbene”. È il contenuto di un post pubblicato sui social da Giampaolo Romanazzi, ex sindaco di Valenzano. “L’immagine di Valenzano è stata offuscata da affari e metodi che poco hanno a che vedere con la democrazia”, prosegue l’ex sindaco, che conclude: “Come cittadino di Valenzano, ringrazio la magistratura e le forze dell’ordine per il loro lavoro, nella speranza che possa presto giungere la parola fine ad una storia che Valenzano non merita. Ringrazio inoltre le persone che sono sempre rimaste accanto alla nostra idea di paese. Ai valori sani di una comunità che ha tutto per poter dire non siamo questo”. IN ALTO IL VIDEO

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