DIGITALmeet 2022, presentata ricerca su sostenibilità infrastrutture digitali

di Redazione

Primo caso di analisi LCA (Life Cycle Assessment) a livello italiano finalizzato a misurare in particolare i consumi energetici e le emissioni di CO2 equivalenti dei data center. Lo studio dal titolo “La sostenibilità del digitale: il ruolo dei data center” a cura del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali “Marco Fanno”, Università di Padova, è stato presentato a Padova durante il workshop “Transisizone energetica e sostenibilità delle infrastrutture digitali” ospitato nel ricco palinsesto della decima edizione di DIGITALmeet. – continua sotto – 

DIGITALmeet, 20 ottobre 2022 – Nell’ambito della 10ª edizione di DIGITALmeet, il più grande festival italiano su alfabetizzazione digitale per cittadini e imprese, organizzato da Fondazione Comunica e I-Center TAG, è stata presentata a Padova una ricerca dal titolo “La sostenibilità del digitale: il ruolo dei data center” a cura di Marco Bettiol, Professore Associato di Economia e Gestione delle Imprese, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali “Marco Fanno”, Università di Padova.

Consumo dei data center e loro impatto ambientale il focus del workshop “TRANSIZIONE ENERGETICA E SOSTENIBILITÀ DELLE INFRASTRUTTURE DIGITALI” ospitato nel ricco palinsesto di DIGITALmeet e svolto in Aula Nievo – Palazzo Bo a Padova, dove ne hanno discusso operatori di settore, istituzioni e ricercatori a partire dalla ricerca sui data center europei e un approfondimento sul caso di VSIX (Internet Exchange e data center dell’Università di Padova).

I principali obiettivi dello studio tendono a indagare gli impatti ambientali legati all’utilizzo delle tecnologie digitali, con un focus sui data center, e fornire indicazioni alla pubblica amministrazione per una gestione più sostenibile delle proprie infrastrutture digitali. – continua sotto – 

Ne hanno parlato: la Prof.ssa Eleonora di Maria, Università di Padova, Presidente VSIX Centro di Ateneo per la Connettività e i Servizi al Territorio, Francesco Aggio, Area Manager e Board Member di AON, il prof. Marco Bettiol, Università di Padova, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali “Marco Fanno” – DSEA, la dott.ssa Linda Cerana, Università di Padova, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali “Marco Fanno” – DSEA. Al dott. Luca De Pietro, Direzione ICT e Agenda Digitale Regione del Veneto, sono state affidate le conclusioni sulla prospettiva della Regione Veneto.

Sostenibilità delle infrastrutture digitali e presentazione dei risultati della ricerca sui data center europei e approfondimento LCA di un IXP e data center, dunque, il focus della ricerca condotta dal Dipartimento di Scienze economiche e aziendali “Marco Fanno” dell’Università di Padova – responsabile prof. Marco Bettiol, Prof.ssa Eleonora Di Maria, Prof.ssa Valentina De Marchi, Linda Cerana -, in collaborazione con Regione del Veneto – Direzione ICT e Agenda Digitale – Dott. Idelfo Borgo, Dott. Luca De Pietro.

«I data center svolgono un ruolo cruciale nel viaggio verso una maggiore sostenibilità ambientale delle attività umane – ha spiegato la prof.ssa Eleonora Di Maria, aggiungendo – in effetti, questi siti non solo sono responsabili di elevate emissioni di gas serra legate al loro notevole consumo di energia, ma hanno anche impatti significativi sugli ecosistemi e sulla salute umana. Questi sono generati dall’estrazione e dall’elaborazione delle risorse energetiche e minerarie utilizzate per costruire e gestire i data center, nonché dallo smaltimento di sistemi ICT e altri tipi di componenti. In che modo le aziende di data center stanno affrontando tutti questi aspetti hanno tentato di analizzarlo i nostri ricercatori per capire come i data center europei si stanno attivando per una maggiore sostenibilità delle loro attività». – continua sotto – 

La ricerca ha riguardato 74 data center europei, ossia il 13% dei circa 600 data center mappati, e i siti web delle principali aziende del settore. È stato, inoltre, sviluppato un modello di valutazione degli impatti ambientali dei data center basato sulla metodologia Life Cycle Assessment (LCA), con un’applicazione al caso di studio VSIX – 4o Internet Exchange (IXP) italiano e data center dell’Università di Padova. Si tratta di un primo caso di analisi LCA a livello italiano finalizzato a misurare in particolare i consumi energetici e le emissioni di CO2 equivalenti.

Il prof. Marco Bettiol, curatore della ricerca ha evidenziato: «I risultati evidenziano una forte attenzione verso l’efficentamento energetico dei data center, ma con minore controllo per gli aspetti legati al fine vita delle infrastrutture tecnologiche, in chiave di economia circolare. Lo studio di LCA incentrato sul VSIX ha evidenziato il ruolo decisivo del ricorso all’energia rinnovabile per ridurre gli impatti in chiave di CO2, ma anche come gli impatti maggiori siano soprattutto legati alla produzione delle tecnologie digitali utilizzate nel data center piuttosto che del solo utilizzo». Lo studio ha evidenziato che, ha aggiunto Bettiol: «a fronte della necessità di rinnovare le infrastrutture digitali per mantenere efficienza e affidabilità delle prestazioni – e resilienza -, si possono avere addirittura degli effetti negativi sul fronte delle emissioni e impatti ambientali rispetto a tecnologie meno evolute».

Ad essere calcolate sono state in particolare le emissioni di CO2 equivalenti per VSIX, considerando le fasi di produzione dei componenti e la sostituzione degli apparati oltre ai consumi energetici, ma non il fine vita di apparati e infrastrutture. Il risultato emerso rileva che le emissioni totali sono da attribuirsi per il 61% alla realizzazione del VSIX e per il 39% al suo funzionamento (consumo di energia). Riguardo alle emissioni in fase di realizzazione, come la produzione dei vari componenti, il 66% riguarda gli apparati di rete e il 27% per la produzione di server e storage, il resto per gli altri sistemi di alimentazione.

L’impatto elevato dei sistemi IT 93% delle emissioni di realizzazione – è legato principalmente all’elevato contenuto di materiali preziosi/rari (es. oro, argento, terre rare, ed altri), alla quantità di risorse (energia, acqua, agenti chimici) impiegate nei processi produttivi e al considerevole tasso di rinnovo di tali apparecchiature (~5anni). Le emissioni di CO2 equivalenti sono pari a circa 86 tonnellate. Equivale alle emissioni prodotte da un auto che viaggia da Padova a Roma – andata e ritorno – ogni giorno dell’anno (~400.000km). Questo perché il VSIX è alimentato al 100% da energia verde grazie alle politiche energetiche dell’Università di Padova. Nel caso di mix energetico pari a quello nazionale, quindi con anche fonti fossili, l’impatto crescerebbe di 5 volte. VSIX, inoltre, è un data center piccolo, dovrebbe essere aumentato l’impatto per 200 volte nel caso di grandi data center come quelli di operatori globali.

«Le tecnologie digitali hanno indubbiamente contribuito a ridurre l’impatto ambientale di alcuni settori, come i trasporti attraverso il telelavoro o gli edifici attraverso tecnologie di “edilizia intelligente”. Tuttavia – chiosa Gianni Potti, founder di DIGITALmeet –  questa è solo una faccia della medaglia. L’altro sono gli impatti generati dal mondo digitale stesso, e i data center fanno la parte del leone. L’impatto crescente – in termini di emissioni di gas serra – associato all’imponente sviluppo del settore ICT si prevede che continuerà a crescere in modo esponenziale se non controllato attraverso misure efficaci».

Le informazioni sul programma del Festival sono continuamente aggiornate all’indirizzo: www.digitalmeet.it

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