Aversa e il caso abbattimenti di case abusive: ci si interroghi anche su responsabilità politiche

di Antonio Arduino

Aversa – Con sentenze passate in giudicato è stato dato il via all’abbattimento di alcuni immobili realizzati ad Aversa. Andando a leggere quanto pubblicato dai media, le sentenze sono molto datate perché, fatta eccezione di quella risalente al 2018, quindi ad “appena” quattro anni fa, le altre risalgono al 2010, 2009, 2005, 2002. – continua sotto – 

Senza entrare nel merito della localizzazione né del tipo delle costruzioni da abbattere o già abbattute, viene logico chiedere perché questa operazione non sia stata effettuata quando vennero emesse le sentenze passate in giudicato. Così è naturale porre la domanda che si pone in tutti i casi in cui c’è una emergenza, quale può essere considerata quella dell’abbattimento di edifici abusivi dal momento che nel territorio dell’Agro Aversano questo evento non si è quasi mai verificato. Chi sono i responsabili? Di chi è la responsabilità? In primis, sicuramente la responsabilità è di chi ha commesso l’abuso, sapendo che stava commettendo, appunto, un abuso che avrebbe potuto avere delle conseguenze quali l’abbattimento e la denuncia penale degli autori.

Ma, probabilmente, c’è anche una responsabilità degli amministratori comunali succedutisi negli anni perché, pur avendo avuto, in alcune occasioni segnalate dalla stampa locale, notizia o semplicemente voci di probabile costruzioni abusive che si stavano mettendo in atto non si sono attivati per bloccarle sul nascere. Inoltre, perché non hanno provveduto a far eseguire le sentenze di abbattimento diventate definitive lasciandole a chi avrebbe seguito le loro amministrazioni? – continua sotto – 

C’è, poi, un’altra domanda che potrebbe essere fatta: perché non si è tentato di trovare una soluzione economicamente conveniente per l’Ente comunale concedendo, dove era possibile, una sanatoria invece di aspettare che le opere abusive fossero realizzate per essere poi abbattute quando, magari, la loro amministrazione sarebbe finita? Basta documentarsi per sapere che “La legge consente a chi ha commesso un illecito in materia edilizia di poter riparare al proprio errore: si parla, in questi casi, di sanatoria dell’abuso edilizio”.

Però va fatta un’importante precisazione: “Non tutti gli abusi edilizi sono sanabili, ma solamente quelli che non contrastano con il piano regolatore generale, cioè con lo strumento urbanistico che regola l’attività edificatoria all’interno del territorio comunale. Se la costruzione è conforme al piano regolatore generale ma è stata realizzata senza idoneo titolo edilizio o in difformità, si può evitare la demolizione del bene chiedendone la sanatoria che può avvenire nel caso in cui l’immobile è conforme alla normativa vigente: al momento della sua edificazione; al momento della richiesta di sanatoria”.

È probabile che qualche amministratore comunale abbia seguito queste norme verificando l’impossibilità di concedere la sanatoria, ma se così non fosse stato anche questa sarebbe una delle responsabilità da ascrivere agli amministratori comunali degli anni 2002, 2005, 2008, 2009, 2010, 2018.

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