Strage Texas, polizia ammette: “Sbagliato non irrompere in classe”. Il padre del killer: “Doveva uccidere me”

di Redazione

Il killer della strage della scuola in Texas ha sparato almeno cento proiettili uccidendo 19 bambini e due maestre. Lo ha riferito Steven McCraw, capo del dipartimento di pubblica sicurezza dello Stato. McCraw ha ammesso che è stato “sbagliato non irrompere in classe”. – continua sotto – 

Sulla questione del ritardo nell’intervento degli agenti nell’edificio, due fonti riferiscono al New York Times che gli uomini della Border Patrol Tactical Unit erano arrivati alla scuola di Uvalde un’ora prima di quando poi sono riusciti a entrare. Erano infatti stati bloccati dalla polizia locale. 

“Una decisione sbagliata”: così McCraw ha definito la decisione delle forze dell’ordine di non sfondare la porta della classe dove il killer stava sparando agli alunni. Il comandante che ha preso la decisione di non fare irruzione in classe pensava che “non ci fossero bambini a rischio”, ha sottolineato il capo della polizia del Texas. “Ovviamente sbagliava”, ha aggiunto il colonnello McGraw.  Alla domanda se pensasse di dovere delle scuse ai genitori delle piccole vittime ha risposto: “Se pensassi che possa aiutarli, chiederei scusa”.

Il padre del killer: “Doveva uccidere me” – “Mi dispiace per quello che ha fatto mio figlio. Doveva uccidere me”. Queste di Salvador Ramos, parole del padre del killer (hanno lo stesso nome, ndr.). In un’intervista al Daily Beast, l’uomo, sorpreso, afferma. “Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere da mio figlio. Avrebbe dovuto uccidere me invece di fare quello che fatto”, dice. Ramos senior era al lavoro il giorno della strage. Ad avvisarlo è stata sua madre. Così lui in preda al panico ha iniziato a chiamare la stazione di polizia nella speranza che il figlio fosse stato arrestato ma invece era stato ucciso dagli agenti di polizia. – continua sotto – 

“Non so cosa l’abbia spinto a farlo” – “Non ho idea del motivo che ha spinto mio figlio a diventare così violento e del perché ha preso di mira la scuola”, ha detto ancora il signor Ramos che ha ammesso di non averlo frequentato molto nell’ultimo periodo. Pare che il ragazzo non fosse in buoni rapporti con la madre e che si fosse ritirato dalla scuola superiore prima del diploma quest’anno. Il padre ha ammesso che ultimamente non aveva trascorso molto tempo con lui anche perché lavorava fuori da Uvalde sia a causa della pandemia. E forse proprio durante la pandemia Salvador è diventato ancora più frustrato tanto che un mese fa quando il padre ha provato a mettersi in contatto con lui si è visto rifiutato. “Probabilmente avrebbe ucciso anche me”, ha aggiunto.

Le liti con la nonna per la bolletta telefonica – Il signor Ramos ha parlato anche dei litigi che il figlio ha avuto con la nonna materna, la prima ad essere stata ferita a colpi d’arma da fuoco. Ramos si era offerto di far vivere Salvador con sé ma l’assenza della connessione internet lo ha fatto desistere. E proprio sulla bolletta telefonica ci sono state le ultime litigate tra nipote e nonna. E infine, il signor Ramos ha speso una parola in difesa comunque del proprio ragazzo: “Non voglio che lo chiamino mostro, non sanno niente, non sanno quello che stava passando”.

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