Casal di Principe, nasce il Polo Sociale per Migranti

di Redazione

Polo Sociale per migranti a Casal di Principe (Caserta) nel bene confiscato Casa don Diana (via Urano 18), sede del Comitato don Peppe Diana. Le attività sono state già avviate da qualche settimana e sabato 26 febbraio, alle ore 15.30, lo staff del Polo presenterà le prime esperienze. – continua sotto –  

Le diverse culture si incontreranno, condividendo esperienze e cibo, a ritmo di musica etnica. L’inaugurazione degli Sportelli è anche l’occasione per dare il via al calendario di iniziative in memoria di don Giuseppe Diana. L’obiettivo del Polo Sociale avviato dal Comitato don Peppe Diana, è sostenere l’integrazione socio-lavorativa dei migranti e favorire la prevenzione, il contrasto e l’emersione di casi di sfruttamento lavorativo.

L’attività rientra nell’ambito del progetto AgriCultura- Coltivare Diritti che conta in tutto 7 Poli sociali attivati anche nei comuni di Castel Volturno, San Cipriano d’Aversa, Cancello ed Arnone, Villa Literno, Mondragone, Giugliano in Campania. “Agricultura – Coltivare Diritti”   nasce dalla co-progettazione con la Regione Campania (interventi Su.Pr.Eme Italia e P.I.U. Su.Pr.Eme. finanziati con fondi Amif e Pon) e da una larga rete sociale promossa da Cidis in collaborazione con il Consorzio Nco – Nuova Cooperazione Organizzata e con Arci Solidarietà, Cooperativa Agropoli, Cooperativa Albanova, Cooperativa Eureka, Nero e Non Solo.

“L’esempio di don Giuseppe Diana che nei primi anni 90 già aveva tentato di dare delle risposte concrete di accoglienza ai migranti ci ha indotto – commenta Salvatore Cuoci, coordinatore del Comitato don Peppe Diana – a metterci ancora alla prova. Lo faremo tenendo presente la rete sociale insieme a tutte le sensibilità già attive sul territorio e chiedendo fin da ora l’aiuto di tutti coloro che possono offrire un sostegno”. – continua sotto –  

“A Casa don Diana – spiega Agostino Morgillo, coordinatore del Polo sociale a Casal di Principe – ogni giorno e secondo un calendario già programmato ci sono dei professionisti particolarmente sensibili, operatori sociali, mediatori linguistico culturali e animatori di comunità, in grado di dare delle risposte concrete per l’autonomia economica e abitativa mediante un nuovo modello di economia sociale”.

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